Da Giulio a Elisa, i ragazzi del Presidente

Mattarella cita Regeni e altri nomi simbolo del 2016: «Eventi che hanno suscitato l’emozione e la partecipazione di tutti»
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

ROMA. L’Italia dei momenti del lutto ma anche l’Italia dell’orgoglio e delle soddisfazioni: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha citato tanti nomi nel suo discorso di fine anno, dall’«entusiasmo travolgente di Bebe Vio», la campionessa paralimpica, alle lacrime versate per Fabrizia Di Lorenzo, uccisa nell’attentato al mercatino di Natale a Berlino. Una carrellata in cui hanno trovato spazio più nomi del Friuli Venezia Giulia. A partire da Giulio Regeni.

 

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In cima ai ricordi di Mattarella ci sono state le giovani vite stroncate dalla violenza e dal terrorismo in terra straniera e divenute simbolo di coraggio e di sacrificio.

 

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Giulio Regeni con la sorella Irene il giorno della laurea di quest'ultima

 

«Il nostro Paese è una comunità di vita, ed è necessario che lo divenga sempre di più. Ci siamo ritrovati uniti in occasione di alcuni eventi che hanno suscitato l’emozione e la partecipazione di tutti noi», ha esordito Mattarella ricordando un anno in cui - ha detto - «ho incontrato tante donne e tanti uomini. Ho conosciuto le loro esperienze, ho ascoltato le loro speranze, le loro esigenze. Ho potuto toccare con mano che il tessuto sociale del nostro Paese è pieno di energie positive».

E allora, «abbiamo vissuto insieme momenti dolorosi». Momenti fra i quali il Capo dello Stato ha citato per primo «l’assassinio di Giulio Regeni, mentre svolgeva al Cairo la sua attività di ricercatore».

 

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Elisa Valent aveva 25 anni. Nata a Gemona, viveva a Venzone

 

Un’altra citazione per «le nostre ragazze che studiavano nel programma Erasmus»: sono le sette vittime italiane del tragico schianto in Spagna del pullman a bordo del quale c’erano appunto le studentesse italiane, fra le quali Elisa Valent, 25 anni, la ragazza di Venzone che dopo la laurea a Udine stava proseguendo i propri studi di Filologia Moderna a Padova. 

Mattarella ha citato anche le vittime della strage di Dacca, lo scorso luglio, in cui sono periti i friulani Marco Tondat e Cristian Rossi. Un pensiero dal Capo dello Stato è andato come detto anche a Fabrizia Di Lorenzo, che il Presidente ha ricollegato idealmente a Valeria Solesin, morta un anno fa a Parigi nell’attacco al Bataclan («parole che ci confortano», ha detto fra l’altro la mamma di Valeria). Volti, storie, drammi per i quali Mattarella ha voluto esprimere vicinanza da parte del Paese intero: «Ai loro familiari desidero rivolgere, a nome di tutti, un pensiero di grande solidarietà che non si attenua con il passare del tempo», ha scandito il Presidente aggiungendo «lo stesso sentimento di vicinanza ai familiari di quanti hanno perso la vita per eventi traumatici; tra questi le tante, troppe, vittime di infortuni sul lavoro».

Non solo dolore, come detto: Mattarella ha citato tanti altri nomi, fra i quali quelli dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone ora «finalmente in Italia con i loro cari», e quello di Bebe Vio (che ha subito ricambiato con un «Grazie mitico Presidente!»); e ancora, i bambini della scuola dell’infanzia di Acquasanta Terme con il loro disegno con la scritta «La solidarietà diventa realtà quando si uniscono le forze per la realizzazione di un sogno comune».

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