Da Fvg Strade ad Autovie scatta il secondo atto dello spoil system in Fvg

TRIESTE La politica non trova un’intesa su qualche possibile cavallo di ritorno e, a guidare Fvg Strade come amministratore unico, ci va un tecnico. Massimiliano Fedriga, viste le scaramucce tra alleati, decide di scegliere una via lontana dai partiti. E si fa convincere dal curriculum di Raffaele Fantelli, 46 anni, proveniente da Palmanova e direttore da due anni e mezzo della nuova gestione Kito delle Weissenfels di Fusine.
L’incarico resta “fantasma” per qualche ora, giacché il governo regionale, approvata ieri mattina la nomina durante un’apposita convocazione straordinaria della giunta, ha atteso che gli uffici verificassero eventuali incompatibilità prima dell’ufficializzazione del successore di Giorgio Damiani, che ha rassegnato le dimissioni da Fvg Strade un paio di settimane fa. Poi la risoluzione degli aspetti burocratici e la nota ufficiale.
Per Fantelli si tratterà di prendere in mano una società della Regione che da inizio anno si è caricata del controllo della ex viabilità provinciale, sommando così 3. 200 km da gestire. Nei giorni scorsi erano spuntate alcune ipotesi con targa di partito, ma il governatore non ha condiviso. Anche se, a dire il vero, pure Fantelli a un certo punto la politica l’ha incrociata. A spulciare le liste elettorali, il suo nome sbuca infatti tra i candidati dei radical-socialisti de La Rosa nel Pugno alle provinciali di Udine del 2006.
Da manager, con una precedente formazione tra il Malignani di Udine, l’università e il Mib School of Management di Trieste, la Sda Bocconi School of Management e il Politecnico di Milano e una specializzazione a Pittsburgh, ci sono poi vent’anni di esperienza tra Dm Elektron (poi Flextronics) di Buja, Danieli di Buttrio, Tecnomaster e Pilosio di Udine, prima dell’ultimo approdo alla Weissenfels, storica acciaieria dell’Alto Friuli entrata nell’orbita della giapponese Kito, colosso mondiale nel settore dei paranchi.
«Scelta basata su curriculum ed esperienza», sottolinea Fedriga anticipando anche per il futuro la caccia a profili professionali «di alto livello per occuparsi dei servizi da garantire ai cittadini».
Fantelli sostituisce Damiani, che non ha atteso la scadenza del mandato e, dopo aver approvato l’esercizio 2017, ha agevolato lo spoil system del centrodestra. Un caso isolato, peraltro. Perché non si è vista sin qui la fila dei dimissionari e dunque la maggioranza dovrà insistere per qualche addio anticipato o attendere le scadenze.
La questione è particolarmente viva per quanto riguarda Insiel, dove il presidente Simone Puksic ha incassato il rinnovo dal cda poche settimane prima delle elezioni regionali, ottenendo un prolungamento della scadenza fino al dicembre 2019, che tuttavia sta decollando sotto il fuoco dell’assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, sulla qualità del servizio offerto nel campo dell’informatica per la sanità.
Il bis di Puksic è risultato sgradito alla giunta, tanto che l’assessore alla Funzione pubblica Sebastiano Callari parla di «atto non corretto di chi ci ha preceduto, perché non si fa un rinnovo in prossimità di un possibile cambio di maggioranza politica». Si prospetta dunque più di un anno di convivenza forzata e Callari manda messaggi chiari: «Vogliamo capire cosa si può fare affinché Insiel dia quello che può e deve, in quanto strategica nell’innovazione digitale. Bisogna ragionare sulla mission e forse le forniture per la sanità andranno affidate a società specializzate. Abbiamo chiesto a Puksic una serie di risultati, senza colpevolizzare nessuno». Poi l’assessore si fa sibillino: «Attendiamo i risultati e vogliamo capire se il rapporto tra vertici e personale può funzionare. La Regione è proprietaria di Insiel e i contratti si possono anche rescindere, magari per giusta causa».
Dimissioni non troppo ravvicinate anche per le società regionali più importanti: Friulia, Finest e Aeroporto Fvg hanno infatti rinnovi fissati all’assemblea di bilancio 2019. E dunque l’ipotesi di una discesa in campo di Federica Seganti, papabile per Friulia, non è all’ordine del giorno. Come pure il cambio della guardia a Informest, con Claudio Cressati in carica fino al 2020. Per quella poltrona si parla già della segretaria di Autonomia responsabile, Giulia Manzan, ma anche stavolta i tempi non sono maturi. «Ci hanno promesso - conferma Manzan - un rappresentante nelle nomine di secondo livello e ce l’aspettiamo. Se me lo chiedessero, mi metterebbero in difficoltà. Perché ho già un lavoro e perché non ho mai pensato alla politica in una logica di posti».
In scadenza, invece, c’è la presidenza di Autovie Venete. Il 26 ottobre, con il bilancio, si rinnoveranno pure le cariche. Sembra si deciderà di prorogare l’uscente Maurizio Castagna, manager che pare aver conquistato la fiducia anche del centrodestra ma che, per un mandato più ampio, dovrà da un lato, da pensionato, aggirare i paletti della legge Madia, dall’altro far prevalere il ruolo di tecnico sulla volontà dei partiti di piantare una bandierina. —
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