Da Einstein a Mika tanti i dislessici di fama e successo

Che cos'hanno in comune questi personaggi, distanti tra loro sia per il periodo in cui sono vissuti che per l'attività che hanno svolto - o che svolgono tuttora - come Albert Einstein, T.A. Edison,...

Che cos'hanno in comune questi personaggi, distanti tra loro sia per il periodo in cui sono vissuti che per l'attività che hanno svolto - o che svolgono tuttora - come Albert Einstein, T.A. Edison, Orlando Bloom, Keyra Knightley, Mika (nella foto) ed altri? Non rispondete il conto in banca, per favore: molto più semplicemente erano o soni tutti dislessici. Dislessia - un termine che ancora pochi conoscono completamente e che si porta ancora dietro molti pregiudizi, tanta ignoranza, troppi luoghi comuni e una forte mancanza di aiuti concreti.

"Non ce la farà mai"; "Il ragazzo/la ragazza è intelligente, ma non studia abbastanza"; "Questa scuola non è attrezzata per accogliere ragazzi con questi problemi"; e così via... Quante volte le famiglie Dsa (ovvero con un membro che sia dislessico) hanno sentito queste frasi? Quanti ragazzi, scoraggiati dal muro di gomma che hanno trovato davanti a sé nelle scuole italiane hanno abbandonato gli studi, piuttosto che sentirsi ripetere sempre le stesse cose, mai o quasi incoraggiati, riguardo alle loro difficoltà?

Per non parlare di chi, vagando nell'ignoranza più totale, piuttosto che ammettere di non sapere cosa sia la dislessia fa delle pessime figure con frasi tipo: "Mio figlio è dislessico". "Oh, poverino, ma si può curare?", "E' grave?", "Soffre molto?". Nell'era di Internet una tale disinformazione non è più accettabile.

Basta davvero poco per uscire dalla propria sfera e capire meglio chi ci circonda. La dislessia è un disturbo dell'apprendimento.

La cosa importante da capire è che non ha nulla a che fare con l'intelligenza o con le capacità di chi ne soffre: semplicemente la persona dislessica può avere difficoltà nel leggere o scrivere un testo, oppure nell'effettuare dei calcoli. In alcuni casi le lettere delle parole possono accavallarsi al punto da rendere la lettura di un testo scritto lenta e faticosa. Nel caso della discalculia (ovvero la difficoltà ad effettuare operazioni con i numeri) i segni matematici possono, ad esempio, apparire invertiti.

E' importante riuscire a capire se una persona sia dislessica o meno prima possibile, normalmente la diagnosi dovrebbe essere fatta negli anni della scuola elementare, quando il ragazzo è ancora nella fase di apprendimento e quindi, se seguito da specialisti del settore nonché con esercizi appositi si può ancora migliorare la situazione. Ai giorni nostri un grande aiuto arriva dall'uso del computer e dagli Ebook, definiti per legge "strumenti compensativi".

Il lettore vocale, anche se freddo ed a volte fastidioso, è un grande aiuto perché permette alla persona dislessica di ascoltare il testo scritto e seguirlo contemporaneamente in modo visivo. Le mappe concettuali sono un'altra forma di aiuto in quanto permettono alla memoria visiva di entrare in gioco e pertanto le regole o i punti base vengono ricordati con più facilità.

Il compito della famiglia è quello di fornire al soggetto dislessico il sostegno morale e materiale di cui ha bisogno; il compito della scuola, invece, dovrebbe essere quello di avere le informazioni necessarie riguardo a questo disturbo, di applicare le leggi che tutelano i soggetti dislessici e di dimostrare sempre il proprio appoggio di soggetti stessi senza facendoli sentire studenti incapaci.

In conclusione si può dire che anche nel caso della dislessia il vero problema non è sempre dato dalla dislessia stessa, ma dalla mancata informazione delle persone che si trovano a lavorare quotidianamente con soggetti Dsa.

Andrea Visintin

III D istituto tecnico

Alessandro Volta

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