Da clienti a proprietari del Laguna Palace

GRADO. Da anni erano clienti dell’albergo e hanno deciso di rilevarlo dal fallimento arrivando a pagare il 93% del prezzo di stima: 9milioni (il prezzo di partenza era 7milioni e mezzo) contro i 9milione e 650mila della quotazione fatte dalla società di revisione Ernst & Young.
È stato aggiudicato l’hotel Laguna Palace, è l’ultimo pezzo del fallimento del campeggio Punta Spin (già venduto) e il capitolo del crack si chiude in maniera straordinaria. Perchè raramente, se non mai, accade che un bene di un fallimento vada venduto con un ricavo del 93% della stima. Ma anche perchè ad acquisirlo sono due fratelli austriaci, di origini monfalconesi (la famiglia Zotti), che da anni frequentavano l’albergo e hanno deciso di investire a Grado (attraverso una società la Riva Brioni Srl). E infine perchè questo investimento dà un segnale chiarissimo che sull’Isola del sole sono ricominciati gli investimenti. A dimostrarlo la presenza alla gara, accanto alla Riva Brioni, di un’altra società come la Promogestimm (investimenti immobiliari) di Giuliano Di Narno che ha battagliato fino all’ultimo davanti al giudice fallimentare, Alessandro Longobardi, e al curatore fallimentare, avvocato Massimo Simeon, con l’avversario. «Il tetto del budget della Promogestimm era 11 milioni - spiega Raffaele Lisco general manager e portavoce dell’azienda - considerato che dopo sono da mettere in conto spese di registrazione, tasse e investimenti, ci siamo fermati a nove milioni. Il prezzo era troppo alto per il tipo di investimento che ha in mente la nostra socxietà. Ma abbiamo lasciato volentieri perchè il progetto della Riva Brioni è molto ambizioso, va ben oltre all’acquisto del Laguna palace hotel e per il bene di Grado abbiamo voluto lasciare spazio a chi porterà ancora più sviluppo».
Lo stesso Lisco ha anche precisato comunque che «Visto che non è stata utilizzata la cifra di 11 milioni per il Laguna palace la Promogestimm (che è proprietaria dell’hotel Plaza recentemente distrutto da un incendio e de Lacroma Aparthotel) farà altri investimenti sul territorio». Raggiante, vista la conclusione straordinaria, il curatore fallimentare, Simeon. «Vendere al 93% del prezzo di stima è un risultato unico direi - commenta - ottimo per i creditori e per i dipendenti. Eravamo partiti con un prezzo base di 7milioni e mezzo, abbiamo venduto a 9 milioni. Una grande soddisfazione per me come curatore ma anche per il Tribunale». Per la riuscita ha giocato un ruolo fondamentale il fatto che dalla data del fallimento l’albergo ha prodotto (dato aggiornato al 30 settembre 2017) utili superiori al milione di euro per cui la procedura ricava complessivamente da questa operazione un importo addirittura superiore al prezzo di stima (oltre 10 milioni se si sommano gli utili conseguiti al prezzo di stima). Decisivo il mantenimento, voluto dal curatore e avvallato dal Tribunale, nel corso del fallimento della continuità aziendale che ha consentito di preservare l’avviamento ed evitare che il trauma costituito dalla dichiarazione di fallimento potesse deprimere il valore del Laguna Palace . «Come curatore però - insiste Simeon - ci tengo a riconoscere pubblicamente anche il merito di tutto il personale dell’albergo (25 dipendenti diretti, una decina a tempo indeterminato) che, nonostante la situazione di obiettiva precarietà in cui si è venuto a trovare dopo il fallimento, ha continuato con serietà e professionalità il proprio lavoro, concorrendo in modo determinante al mantenimento degli standard di qualità e redditività della struttura». Adesso purtroppo, ci sarà una fase dolorosa per i dipendenti visto che la società che ha vinto la gara prevede un contenimento del numero dei dipendenti. A trattare saranno i sindacati.
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