Da cent’anni con l’Italia Un secolo fa Cormons disse addio all’Austria

L’anniversario
Cormons
Un traguardo storico. È quello che taglia oggi Cormons. La città da 100 anni è italiana. L’annessione avvenne proprio il 20 febbraio 1921 quando divenne formalmente realtà l’atto del Trattato di Rapallo che ridisegnava i confini orientali del Regno dopo i terribili anni della Prima guerra mondiale.
Cormons proveniva da anni tremendi: i primogeniti maschi vennero chiamati ad indossare l’uniforme all’indomani del 28 giugno 1914, quando venne assassinato l’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo, per servire in battaglia quell’Impero Austroungarico sotto il quale la città si trovava allo scoppio delle ostilità.
Oltre a coloro che vennero chiamati alle armi, anche gli altri cormonesi conobbero davvero la guerra. Accadde poco meno di un anno dopo, quando il Regno d’Italia si schierò ufficialmente contro gli Asburgo. Il 24 maggio 1915 le prime truppe italiche oltrepassarono il fiume Judrio, allora confine tra i due Stati, conquistando una Cormons abbandonata dagli austriaci. Iniziarono anni durissimi, in cui la città cambiò più volte padrone in base all’evolversi della guerra, fino a quando il conflitto portò alla sconfitta asburgica e alla vittoria tricolore nel 1918.
L’Italia ed il futuro Regno di Jugoslavia si spartirono così i resti territoriali sul fronte orientale dell’ormai scomparsa corona asburgica: il Trattato di Rapallo ne fu così naturale conseguenza, lasciando irrisolto il solo nodo di Fiume, che verrà affrontato successivamente. Cormons dunque diventava italiana. L’annessione era così compiuta e si concretizzava appunto il 20 febbraio 1921. Autorità giunsero anche da lontano in città per i festeggiamenti ufficiali che iniziarono alla stazione ferroviaria per poi spostarsi in Duomo dove l’allora parroco don Giuseppe Peteani disse messa prima della cerimonia dinanzi al municipio in quella che oggi è via Sauro: qui di retorica patriottica ne venne elargita a larghe dosi prima dell’ultimo passaggio, quello in Teatro con una serata di ballo. E venne addirittura emessa una cartolina che, anch’essa, non mancava di panegirici pro-Italia: «Dopo quattro secoli di odioso servaggio – queste le parole che si potevano leggere – Cormons celebra esultante la sua annessione alla Madre Patria». Sullo sfondo, il disegno del campanile cormonese e in secondo piano il monte Quarin. Entrambi, cento anni dopo, fanno ancora parlare di sé in queste settimane: il primo per l’intonaco e i pezzi di muratura che hanno ceduto sul lato-scalinata, il secondo per una discussa variante al Piano regolatore. Sic transit gloria mundi, un secolo dopo. –
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