Da Cattinara alla Gvt, chiudono 4 distributori Eni

Strutture fuori norma o molto grandi e onerose da gestire. Ambrosetti (Figisc): più che i consumi dei privati sono calati quelli delle ditte colpite dalla crisi
Il distributore sulla Grande viabilità
Il distributore sulla Grande viabilità

E con quello situato sulla Grande viabilità triestina, poco dopo la Ferriera in direzione Muggia, siamo a quota quattro. Tanti sono sul territorio comunale gli impianti di vendita di carburante gestiti sotto il marchio Eni (ex Agip) che hanno chiuso negli ultimi tempi. Prima di quello sotto Servola, l’ultimo in ordine di tempo ad alzare bandiera bianca, avevano chiuso i distributori di Cattinara (per rinuncia del titolare), uno dei due di via Flavia e quello dei Campi Elisi. In questi ultimi due casi l’interruzione dell’attività era dovuta al fatto che l’Eni non aveva ritenuto opportuno sostenere le spese necessarie per adeguare gli impianti alle nuove normative in materia. Qualche anno fa erano nove gli impianti in città a ricordare il famoso marchio del cane a sei zampe che negli anni Cinquanta, quando fu coniato, doveva simboleggiare la ripartenza del Paese dopo la guerra. Adesso ne sono rimasti cinque: in Gretta, a Roiano, a fianco dell’Università, di fronte ai cimiteri di San Sabba e a Borgo San Sergio.

Lasorte Trieste 24/06/14 - Cattinara, Distributore Carburante Chiuso
Lasorte Trieste 24/06/14 - Cattinara, Distributore Carburante Chiuso

Segno della crisi? Sembra proprio di sì. «Si vende poco carburante in generale – spiega Roberto Ambrosetti, oggi vicepresidente della Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti (Figisc)di Trieste, dopo essere stato per tanti anni il numero uno della sigla di categoria - ma bisogna fare un distinguo. Per quanto concerne i privati, i consumi di carburante sono scesi in misura relativa. Il problema reale è rappresentato dalle ditte. Fra chiusure e difficoltà di vario tipo, legate prevalentemente alla crisi, i consumi sono drasticamente caduti – prosegue Ambrosetti – e il risultato è che chi ha impianti molto grandi come quello sulla Grande viabilità, e perciò onerosi come costo di gestione, è costretto a chiudere».

Mario Millo, attuale presidente della Figisc, precisa ulteriormente: «Ci sono case come la Esso, per la quale opero io, o la Tamoil – sottolinea – che per resistere alla concorrenza slovena hanno ridotto il prezzo alla base in modo da permetterci di essere concorrenziali con i nostri colleghi d’oltreconfine, almeno per quanto concerne la benzina, mentre per il gasolio il discorso è diverso. L’Eni invece, dopo aver attuato una politica simile per un determinato periodo nel tentativo di aiutare i propri gestori – continua il presidente della Figisc – è tornata sui suoi passi. Per questo oggi i titolari delle stazioni di servizio dell’Eni sono in difficoltà, soprattutto se sono a capo di strutture di grande dimensione com’è quella della Grande viabilità».

Mauro Di Ilio, fino a poche settimane fa gestore della stazione di servizio situata sotto Servola, nonché presidente dell’Associazione commercianti al dettaglio della Confcommercio triestina, è sconsolato: «Se non c’è utile – osserva – inutile insistere. Meglio chiudere». Quando inaugurò l’impianto, una decina di anni fa, la situazione era molto diversa, ma la crisi non fa prigionieri. Il ragionamento è confermato da un altro fatto: è difficile trovare un nuovo gestore. L’impianto di Cattinara, situato peraltro in una posizione favorevole, nei pressi dell’ospedale e di un grande e nuovo centro commerciale, dotato di autolavaggio e di un grande piazzale, è desolatamente abbandonato da tempo. Oramai sono le erbacce ad avere il sopravvento lungo i marciapiedi della stazione di servizio.

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