Da Cattinara al Maggiore il grande trasloco dei reparti

Necessario liberare spazi per consentire i lavori di sostituzione delle finestre. Spezzati a metà alcuni settori. Cobello: si spostano di più solo i medici
L'ospedale di Cattinara
L'ospedale di Cattinara

Grandi traslochi in ospedale. Chi sale, chi scende, chi entra nelle stanze altrui. E non è che l’inizio. Si è spostata l’Ortopedia del Maggiore, definitivamente accasata al 14.o piano della torre medica di Cattinara, mentre la Clinica ortopedica resta all’11.o della torre chirurgica. Reparti dunque non unificati. Ma per i pazienti finisce un brutto calvario. A seconda di turni, giorni, orari finora dopo essere stati visti dal Pronto soccorso venivano messi in ambulanza e trasportati da su a giù, o viceversa. Con enorme disagio, talvolta lunghissime attese per il trasporto (per i casi non gravi) e immense perdite di tempo.

Uno dei nuovi impianti dell'ospedale Maggiore
Uno dei nuovi impianti dell'ospedale Maggiore

È solo uno dei tasselli.Cambiano sede anche le degenze di Chirurgia plastica, accorpate con quelle della Prima chirurgia, e alcuni ambulatori di Urologia che entrano dentro Ortopedia. Entrambi i reparti in transito restano spezzati a metà. I medici non l’hanno presa bene, ma sia il direttore generale Francesco Cobello e sia la direttrice dei due ospedali Lucia Pelusi non hanno lasciato vie d’uscita: bisogna liberare spazi per consentire lo svuotamento alternato dei piani dove entra il cantiere progressivo della sostituzione di finestre. E prepararsi alla rivoluzione epocale che comporterà la ristrutturazione completa delle due torri.

Un’altra decisione è stata presa ma in concreto non si sa a quale reparto toccherà: una trentina di letti delle Medicine farà il percorso inverso, passerà cioé da Cattinara al Maggiore, negli spazi che l’Ortopedia ha lasciato liberi. Mentre dal Maggiore (sotterranei dell’ex centro oncologico di via Pietà) salirà per via contraria a Cattinara, nel reparto nuovo ormai perfettamente realizzato alla base della torre chirurgica, la Medicina nucleare diretta da Franca Dore.

Frenetici movimenti, un andirivieni mai visto, tra un po’ ci vorrà la mappa per orientarsi. In dettaglio, cominciando da Chirurgia plastica: il reparto diretto da Zoran Arnez si spacca in due. I letti di ricovero “entrano” al 9.o piano (torre chirurgica) della Prima chirurgia diretta da Bruno Gambardella ma mantengono ambulatori e studi medici e segreteria al 12.o piano della torre medica. Chirurgia plastica fa posto al cantiere delle finestre e resta divisa fra due torri diverse. I reparti che fondono le degenze, dice la direzione, «non erano mai occupati interamente». Adesso nelle stesse stanze ci saranno sia due tipi di malati, e sia due categorie di medici e infermieri.

Secondo via-vai. Clinica urologica, che abita al 12.o piano della torre chirurgica, ed è già di suo spezzettata, aveva un ambulatorio di Pronto soccorso proprio in Prima chirurgia. «Ma la convivenza con l’ingresso di “Plastica” sarebbe diventata a tre, era eccessivo». Dunque partenza: ambulatori e studi dei medici urologi cambiano casa, e vanno nella torre medica. Dentro l’Ortopedia.

«Dobbiamo costantemente spostare due piani per lasciare due reparti alla volta completamente vuoti per rifare i serramenti - spiegano Cobello e Pelusi -, e cerchiamo di traslocare in modo definitivo, in reparti già ammodernati».

Resta da capire se Ortopedia dopo questo allineamento di sede avrà anche un altro destino, logisticamente oggi impossibile da immaginare: la fusione completa. Questa è l’indicazione arrivata dalla Regione che sta allestendo la sua riforma sanitaria puntando alla cancellazione dei reparti “doppi”. Ma non si fanno unificazioni con un tratto di penna quando uno dei due reparti è a guida universitaria (a prescindere poi dalle reali necessità sanitarie) perché la materia è oggetto di accordo tra Azienda ospedaliera, Regione e Università.

Il problema è già in campo, l’Ortopedia ospedaliera ha un responsabile “reggente”, Marcello Cusitore, e la Regione non ha mai risposto alla richiesta di poter indire un concorso per una dirigenza piena. Alla Clinica ortopedica va invece in pensione a novembre il suo direttore, Giovanni Fancellu. A oggi non si sa ancora quali saranno, fra i tre interlocutori, le decisioni da prendere.

«Ciò che conta - Cobello assicura - è che i cittadini non avranno conseguenze negativa. Si spostano di più solo i medici». Che contenti certo non sono. Ma comanda chi comanda, e in questa stagione comandano molto i cantieri.

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