Da Allotta a Zorzin: ecco chi manca all’appello della storia
GORIZIA Negli scavi archivistici romani dell’ottobre 2015, la Lega Nazionale, con l’appoggio del Comune, allora rappresentato da Ettore Romoli, ha recuperato le liste originali delle deportazioni da Gorizia datate primo ottobre 1945. Le ricerche sono state successivamente approfondite in una seconda visita all’archivio del Ministero degli Affari Esteri nel giugno 2017. «Tra le centinaia di documenti anche inediti - afferma Luca Urizio, presidente della Lega Nazionale Gorizia - abbiamo così recuperato una relazione dell’ambasciatore di Gran Bretagna secondo il quale a Lubiana c’erano circa 4000 prigionieri italiani e della Nunziatura Apostolica-Santa Sede di Roma che elenca 1560 persone deportate da Gorizia».
Dalle ricerche effettuate dalla rappresentante del Comitato dei congiunti dei deportati in Jugoslavia da Gorizia, Laura Stanta, incrociando i dati con tutto quanto emerso fino ai giorni nostri, si è quindi giunti a ricavare la lista provvisoria di 52 deportati. Questi i nomi che troviamo in tale lista: Gioacchino Allotta, Eugenio Altran, Oreste Altran, Giuseppe Andaloro, Antonio Angelillo, Giuseppe Armato, Adalberto Aurisacchio, Giuseppe Baretta, Silvano Bellina, Diego Benedetto, Basilio Bensa, Domenico Saverio Catalfamo, Salvatore Cavallo, Luigi Cerasa, Massimo Crosato, Italo Cunei, Oreste Ferruccio Damasi, Angelo D’Aquale, Giuseppe Eliseo, Paolo Fornararo, Amedeo Furlan, Michele Gelli, Roberto Germignasi, Giuseppe Giomo, Santo Giucastro, Ranieri Giorgio Krainer, Antonio Lambertini, Pasquale Lorito, Virgilio Lucchetti, Eugenio Malvassori, Giuseppe Mesciali, Arone Miozzo, Antonino Monica, Primo Morgutti, Candio Morgutti, Vincenzo Notaro, Ferruccio Pedrotti, Filadelfo Pennisi, Carmine Luigi Salvatore Putignano, Eugenio Quaresima, Emilio Rinaldi, Dario Santarelli, Rocco Santomero, Italo Spanghero, Gabriele Stagno, Francesco Tagliasacchi, Primo Topao, Giuseppe Tripoli, Giuseppe Udovicic, Ferruccio Vignato, Augusto Vigo, Giuseppe Zorzin.
«A 73 anni dal tragico maggio del ’45 - ha proseguito Urizio - siamo ancora alla ricerca della verità su una delle pagine più drammatiche e tristi della storia locale e nazionale, una pagina che continua a chiedere giustizia: il timore di strumentalizzazioni o di suscitare rancori non deve impedirci di onorare la memoria dei nostri fratelli scomparsi». —
A.P.
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