Da AcegasAps rimborsi a 5mila utenti
I tempi cambiano. Solo qualche anno fa, se arrivava a casa un assegno da incassare, si era soliti precipitarsi al primo sportello bancario aperto. Oggi invece, nonostante la crisi, c’è chi prima di riscuotere ci pensa pure sopra. Siamo talmente abituati a scucire quattrini e a saldare fatture che l’eventuale invito a una riscossione ci mette addirittura ansia. Succede, per esempio, che alcune famiglie di Contovello e Borgo San Nazario, abbiano ricevuto recentemente a domicilio degli assegni con cifre da riscuotere tutt’altro che irrilevanti ma prive di causali informative. «Di cosa si tratta? - si sono chiesti alcuni. E di seguito: «Non mi risulta di avanzare dei soldi». E ancora: «Che ci sia sotto qualcosa? Non mi toccherà poi restituire la cifra con gli interessi?». I beneficiari non sono pochi. In provincia, sostanzialmente sul Carso o nelle zone suburbane e rurali, sono 5.200 gli utenti che si sono visti recapitare il rimborso predisposto da AcegasApsAmga che ha restituito sul territorio complessivamente 6,250 milioni.
«Dalle nostre parti più di una persona ci ha chiamato per saperne di più», afferma Roberto Cattaruzza, presidente della circoscrizione di Altipiano Ovest, a sua volta beneficiario di un sostanziosoi importo. «Che il sottoscritto – sorride – si è affrettato a incassare senza affatto preoccuparsi. Ma altri residenti sono rimasti interdetti dalla “strenna” inaspettata. Gli assegni – continua – erano privi di accompagnatoria e recavano accanto alla cifra solo un codice numerico». Di fronte all’inedito quesito – “incasso o non incasso?” , alcuni cittadini hanno preferito aspettare. Così il presidente Cattaruzza si è rivolto direttamente all’AcegasApsAmga: - «Forse per i tecnici e gli addetti all’erogazione degli assegni – si legge nella sua lettera – quei codici scritti sono chiaramente, ma a diversi nostri percettori la motivazione è rimasta oscura. Ho chiesto dunque all’Azienda di emanare un comunicato ufficiale che chiarisca la questione». Fortunatamente, almeno in questo caso, non si è trattato di un errore informatico, e chi sinora non ha riscosso l’assegno potrà farlo senza problemi. L’ufficio Relazioni Esterne di AcegasApsAmga svela l’arcano, e informa che l’azienda ha provveduto a saldare quegli utenti che sono stati costretti a pagare il servizio di depurazione acqua senza essere allacciati alla rete fognaria, utenti che utilizzano strutture di proprietà per smaltire le acque scure (pozzi neri, Imhof o diretta dispersione).
La Consulta d’Ambito per il Servizio Idrico Integrato Orientale Triestino della Rete Civica comunale, vista la sentenza della Corte Costituzionale n. 335 del 2008 che ha dichiarato l’illegittimità di far pagare agli utenti delle quote di tariffe riferite al servizio di depurazione acque «anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centrali di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi», ha deliberato con documento n. 195 del 25 luglio 2014 di rimborsare i pagamenti indebitamente effettuati. Per cui il gestore, ovvero AcegasApsAmga, ha individuato circa 5.200 utenti cui sono stati rimborsati i pagamenti relativi ai consumi nel periodo oggetto di rimborso, ovvero dal 16 ottobre 2003 al 16 ottobre 2008, con l’applicazione degli interessi legali. Per cifre precedenti al 2003 la Legge non prevede risarcimenti; per il periodo successivo al 2008, il pagamento di tale utenza non è stato più richiesto. Hanno beneficiato della restituzione – secondo la delibera – non solo le utenze attive, ma anche quelle cessate durante il periodo oggetto di rimborso. Si tratta di una cifra complessiva che risulta pari a 6.245.774, 21 euro. I rimborsi variano individualmente e oscillano circa tra i 400 e il migliaio di euro. Ma prima sono arrivati i soldi e poi l’avviso generando un po’ di apprensione.
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