Curato fra Trieste e Gorizia: il cuoco Turri sta guarendo

Il fratello Renzo: «Lucio sedato a lungo, non si rende conto di cos’è accaduto»
Renzo Turri con i fratelli Lucidio “Lucio”, al centro, e Bruno durante un brindisi di qualche tempo fa nella trattoria di Sant’Andrea
Renzo Turri con i fratelli Lucidio “Lucio”, al centro, e Bruno durante un brindisi di qualche tempo fa nella trattoria di Sant’Andrea

GORIZIA Chi non conosce Lucidio (Lucio) Turri? Davvero in pochi. A Gorizia, e soprattutto nel quartiere di Sant’Andrea, è una piccola istituzione. Settantadue anni, persona schietta e dalla battuta pronta, è uno dei titolari della storica e apprezzata trattoria “Turri” che si trova proprio nella piazza del borgo. Lui è il cuoco e le sue prelibatezze fanno parte dei piccoli (e talvolta inesplorati) gioielli gastronomici di questa terra.

Contagio alla Trattoria Turri, locale chiuso e quarantena
Bumbaca Gorizia 11.03.2020 Ristorante Turri chiuso © Foto Pierluigi Bumbaca


Dall’inizio di marzo lotta contro quel nemico subdolo e invisibile che si chiama Covid-19 in un’odissea fra Trieste e Gorizia. Come sia rimasto infetto è un mistero. Si possono solamente formulare ipotesi: tutte plausibili ma, al tempo stesso, incerte.

Oggi, arriva una buona notizia sul suo stato di salute. Che renderà felici le tante persone che lo conoscono e lo apprezzano. «Lucidio pare avere imboccato la via della guarigione - spiega il fratello Renzo, comprensibilmente felice per questo sviluppo -. La battaglia non è stata facile. Era stato ricoverato all’ospedale Maggiore di Trieste e, viste le condizioni in peggioramento, era stato intubato. Poi, pareva essere migliorato, tant’è che l’ausilio per la respirazione gli era stato tolto».

Nel frattempo, Lucidio era stato ricoverato nel reparto di Terapia intensiva Covid-19 allestito al San Giovanni di Dio, a Gorizia. Ha avuto una nuova ricaduta che ha reso necessaria una seconda intubazione. «Ora, è stato estubato per la seconda volta - racconta Renzo -. Si è svegliato l’altroieri dalla sedazione». E come è stato il suo risveglio? «Sta bene e si arrabbia perché non viene a trovarlo nessuno. Siccome per parecchi giorni è rimasto in condizioni critiche non ha ancora preso perfetta coscienza di quello che sta capitando intorno a lui. E si chiede il perché si trovi in un reparto con tante persone intubate e con infermieri e medici con tutte quelle protezioni».

Come ha contratto il virus? «Francamente, non si sa. Aveva avuto un’infezione renale che aveva richiesto il suo ricovero al Maggiore. Poi, si è scoperto che era positivo al Covid-19. Oggi, siamo qui a dare una notizia finalmente buona. Da quello che mi dicono, non vede l’ora di tornare a lavorare. La sua vita è la trattoria, la cucina». Ieri pomeriggio, un nuovo trasferimento al reparto di Infettologia del Maggiore.

Felicità condivisa dalla figlia di Renzo, Nicol Turri che è consigliere comunale di maggioranza. «Confermo: lo zio è sulla strada della guarigione. Siamo davvero tutti felici». La famiglia non ha avuto conseguenze dirette: hanno osservato scrupolosamente tutti la quarantena ma non manifestando alcun sintomo. «Solo mia cugina si è sottoposta la tampone che, però, ha dato esito negativo. Io, comunque, da quel giorno non sono ancora uscita da casa. Il coronavirus è una brutta bestia».

Interviene anche il sindaco Rodolfo Ziberna per formulare ancora un appello alla cittadinanza, dando voce alla speranza. «So che bisogna essere cauti ma non possiamo che accogliere con gioia le notizie che arrivano dall’Italia e dalla nostra regione in cui si parla di una frenata dei nuovi casi ma anche di meno ricoveri e più guariti. E Gorizia è perfettamente in scia. Forse, ma lo dico davvero a bassa voce, ci siamo e abbiamo imboccato la strada giusta. Mi raccomando però, non scherziamo. Non adesso. Tutti - ammonisce il primo cittadino - devono continuare a a restare a casa fino a quando non cambieranno le regole. Non facciamo i furbi. Sarebbe da sciocchi mettere a repentaglio la nostra salute e quella degli altri proprio adesso. Avremo tempo per festeggiare, ci saranno altre Pasque e Pasquette e quindi, questa volta cerchiamo di evitare le grigliate con gli amici». —

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