Cud telematico, ogni giorno 400 pensionati in fila all’Inps

Da quest’anno la certificazione arriva online: in molti però non sono in grado di scaricarla da soli e si rivolgono agli sportelli per ritirare il formato cartaceo
Di Pierpaolo Pitich
Esterno della vetrata Inps a Pontedera in una foto d'archivio. ANSA/STRINGER
Esterno della vetrata Inps a Pontedera in una foto d'archivio. ANSA/STRINGER

È scattata anche a Trieste da qualche giorno la carica dei pensionati. Un vero e proprio assalto agli sportelli dell’Inps per ritirare il formato cartaceo del Cud 2013, la certificazione unica dei redditi percepiti, necessaria per la dichiarazione al fisco. La legge di stabilità ha infatti previsto che a partire da quest’anno le pubbliche amministrazioni utilizzino il canale telematico per comunicazioni e certificazioni al cittadino. Tutto in rete, dunque: anche il Cud per i pensionati - che fino all’anno scorso veniva recapitato direttamente a casa - adesso è disponibile e scaricabile online dal portale dell’Inps.

La novità ha però messo in difficoltà una robusta parte di pensionati, molti dei quali non hanno la possibilità materiale di accedere a internet o non hanno comunque la dimestichezza necessaria con il computer per destreggiarsi sul web, tra registrazioni online, posta elettronica e codici pin.

Ecco che allora da inizio marzo, da quando cioè sono disponibili anche i modelli cartacei del Cud, sono stati in migliaia a riversarsi nella sede Inps di via Sant’Anastasio. Oltre 400 le presenze giornaliere, tutte concentrate nella fascia mattutina di apertura degli sportelli, dalle 8.30 fino alle 12.30. Gremita la sala di attesa posta al secondo piano dell’edificio, tra persone che attendono sedute e altre che aspettano nervosamente in piedi il proprio turno. Una dislocazione temporanea e di emergenza in attesa che a breve sia nuovamente utilizzabile il salone al piano terra, interessato in questi giorni da lavori di ristrutturazione.

A metà mattina, nell’orario più critico, sono oltre cento le persone in fila e ben sette gli sportelli aperti dell’Inps, con gli operatori che cercano di velocizzare il più possibile la pratica di rilascio del documento, al fine di ridurre i tempi di attesa che variano, a seconda della giornata e dell’orario, tra i venti e i quaranta minuti. In prima fila, ad accelerare le operazioni e a fare da coordinamento tra gli operatori agli sportelli ed i pensionati, anche il direttore della sede provinciale dell’Inps Antonino Rizzo. «Stiamo cercando di reagire a una situazione di emergenza, che deriva dalla riduzione dei costi decisa a livello nazionale - spiega Rizzo -. Si tratta per noi di uno sforzo non indifferente a livello di mezzi e di personale impiegato che ovviamente sottraiamo, sia pur temporaneamente, alle altre mansioni dell’ufficio. Ai pensionati suggeriamo di chiedere aiuto a qualche parente più giovane per superare l’approccio alla rete telematica, e di non farsi spaventare da operazioni che possono sembrare complicate ma che alla fine si riescono ad assimilare e a portare a termine. Anche perché se dovessimo continuare a soddisfare le richieste che arrivano ai nostri uffici a questi ritmi anche nei prossimi giorni, rischiamo davvero di mandare in tilt tutto il sistema».

E un notevole afflusso di pensionati si è registrato in questi giorni anche agli sportelli degli uffici postali del territorio, in modo particolare nella sede centrale di Poste italiane di piazza Vittorio Veneto: anche qui infatti si può ritirare il formato cartaceo del Cud, pagando però una commissione di 2,7 euro più iva.

Intanto però è palpabile la rabbia dei cittadini che non hanno digerito il fatto di non poter più ricevere a casa il prezioso documento. «È innegabile che questo per noi sia un disagio bello e buono - tuona Luciano, 72 anni -. Io non ho il computer e sono costretto a perdere tempo per ottenere un documento che mi spetta di diritto». Non le manda a dire nemmeno Ines che attende impazientemente il proprio turno. «Per i più giovani è facile accedere a internet, io non saprei da dove iniziare e non me la sento di disturbare parenti e amici per chiedere aiuto. In questi casi a essere penalizzate sono sempre le fasce più deboli come gli anziani». Livio, ironia della sorte, è andato in pensione proprio quest’anno. «Certo che una sorpresa peggiore lo Stato non me lo poteva regalare. Ho fatto quasi un’ora di fila e per giunta a vuoto, perché la mia posizione è particolare e sarò costretto a tornare agli sportelli un’altra volta».

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