Csm di Barcola, l’appello dei pazienti: «Qui siamo stati salvati»

Muniti di lettere e cartelli, molti assistiti hanno voluto farsi sentire. Elena: «Il personale è in difficoltà». Silva: «Tutelare questi luoghi»

El. Col.
I partecipanti alla manifestazione con i cartelli in difesa della sanità
I partecipanti alla manifestazione con i cartelli in difesa della sanità

TRIESTE «Il cancello d’ingresso chiuso e la rete sulle scale ci terrorizzano più di quanto ci terrorizzino i nostri disagi. Creano in noi, che viviamo il disturbo mentale, ansioso turbamento, inquietudine e profonda angoscia. Abbiamo bisogno di cure umane, di entrare in uno spazio accogliente».

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La protesta di Peppe Dell’Acqua per la salute mentale a Trieste: «Basta chiusure e tagli»
Dell’Acqua e Trincas al Csm di Barcola durante la protesta di operatori e utenti (foto Lasorte)

Sono alcune delle frasi contenute in una toccate testimonianza; poco più di un foglio scritto e stampato, portato con sé da Elena Cerkvenič Grill, utente dei centri di salute mentale di Trieste dalla metà degli anni Novanta. Elena, come Silva Bon e come tanti altri utenti e familiari, ieri ha voluto essere presente per dire, con coraggio, quante volte quella struttura di Barcola le abbia «salvato la vita».

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Per molti, tra chi frequenta da anni o decenni queste realtà di cure, i Csm non sono più quelli di una volta, perché, come racconta appunto Elena Cerkvenič Grill, specializzata nell’insegnamento del tedesco e operatrice culturale, «si nota la difficoltà degli operatori a garantire un servizio efficiente. C’è molta utenza e ci sono pochi operatori, e quelli che ci sono si fanno in quattro per assicurare servizi di qualità. Serve più personale, motivato e formato».

«Noi chiediamo di essere curati e accolti secondo i dettami della Costituzione - le parole di un’altra utente per decenni del Csm, nonché componente dell’Afasop e del Forum Salute mentale, Silva Bon - e che la salute pubblica venga tutelata e non smantellata. Io qui sono stata salvata, seguita per più di trent’anni. Mi sento testimone attivo di questa realtà».

Non solo utenti ed ex utenti, ma anche operatori, sindacalisti e alcuni esponenti politici hanno voluto esserci ieri mattina, assieme a Peppe Dell’Acqua e Maria Grazia Cogliati Dezza, psichiatra, per far sentire la loto voce. Tra di loro Kevin Nicolini, consigliere comunale di Adesso Trieste, e Francesco Russo, vicepresidente del Consiglio regionale del Pd, che ha affermato che «la crisi che stanno vivendo i centri di salute mentale, denunciata da associazioni e cittadini, non fa che confermare lo smantellamento della sanità pubblica. Al di là delle rassicurazioni di facciata di Fedriga e Riccardi, la verità è che i cittadini vivono ogni giorno la difficoltà di servizi che funzionano sempre peggio e di situazioni che li fanno sentire abbandonati. La giunta regionale continua nella sua opera di smantellamento dei servizi del territorio, a partire dai Distretti, per proseguire con i Consultori, per arrivare a strutture che nell’ambito della salute mentale offrivano risposte di eccellenza e di integrazione».

«Il prossimo appuntamento - ha commentato Maria Grazia Cogliati Dezza - è in programma il 15 giugno, alle 17.30 nella sede Auser di via Frausin 17, in campo San Giacomo. Il Coordinamento per la difesa della sanità pubblica organizza un’assemblea aperta per analizzare la situazione della sanità triestina e decidere le azioni da intraprendere». Sul volantino che promuove l’iniziativa si legge che «Trieste non vuole perdere il proprio diritto ad avere una sanità pubblica garante della salute delle persone e delle comunità».El. Col.

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