Crollo al Befed nel 2005 assolti i quattro imputati
Assolti perché il fatto non sussiste. Fausto Benussi, Bruno Chersicola, Sergio Lestan e Roberto Bradaschia escono a testa alta dal processo che li vedeva imputati con l’accusa di aver concorso a determinare il cedimento del tetto del “Befed Brew Pub” e quindi il crollo avvenuto attorno alle 15.30 del 28 marzo 2005, quando fortunatamente il locale di viale Miramare 285 era vuoto. Dentro non c’era nessuno, vista l’ora. In caso contrario, sarebbe stata una strage, considerato che a cadere a terra era stato un pezzo di superficie di copertura da 25 metri per otto.
A pronunciare la sentenza di assoluzione è stato nell’udienza dell’altro pomeriggio in Tribunale il giudice monocratico Giorgio Nicoli, che evidentemente non ha ravvisato responsabilità da parte dei quattro. Il pm Pietro Montrone li aveva chiamati in causa in virtù dei loro ruoli avuti nei lavori all’immobile conclusi nel 1993: nel dettaglio Benussi in qualità di progettista delle opere strutturali e direttore dei lavori, Chersicola e Lestan quali rappresentanti legali dell’impresa “Chersicola & Lestan” (che da tempo non opera più sul mercato) esecutrice delle opere edilizie, e Bradaschia come incaricato del collaudo.
La difesa, con gli avvocati Riccardo Seibold (per Benussi), Marina Gregori (per Chersicola e Lestan) e Tiziana Benussi (per Bradaschia) che si sono avvalsi del supporto dei consulenti tecnici Giulio Gregori, Giorgio Sponza e Roberto Roberti, ha rilevato in sede di dibattimento l’interruzione del nesso di causalità: in pratica, i legali hanno sostenuto come quell’edificio “non fosse più” quello del 1993, ma in sintesi si trattasse di qualcosa di strutturalmente nuovo alla luce di altri lavori decisi dalla proprietà ed eseguiti fra il 2003 e il 2004. E quindi - è stata la conclusione dei legali degli imputati - non vi fossero responsabilità dei quattro nel crollo. Il pubblico ministero titolare del fascicolo ha chiesto invece la condanna, senza il riconoscimento delle attenuanti generiche. Il giudice Nicoli ha accolto le richieste degli avvocati difensori, disponendo l’assoluzione.
Benussi, Chersicola e Lestan erano accusati dal pm Montrone di aver omesso di arretrare i blocchi di alleggerimento in laterizio nella zona dell’attacco tra il solaio e le travi, così da formare una fascia di getto pieno di sufficiente larghezza, e di inserire un’armatura al lembo inferiore, e inoltre di non aver eseguito il getto del solaio a regola d’arte creando nel calcestruzzo dei punti di discontinuità. Sempre per il pubblico ministero, Bradaschia non aveva poi rilevato in sede di collaudo queste carenze strutturali, in base alle quali la resistenza ai carichi del solaio avrebbe subito una diminuzione, provocando il cedimento della campata centrale. Alla fine, a oltre cinque anni dalla prima udienza del processo (iniziato nel marzo 2009, parti civili Ezio e Roberto Maracich con la loro società Big Ben snc, proprietari dell’immobile, rappresentati dagli avvocati Paolo Longo e Carlo Berti) e dopo varie perizie tecniche, la sentenza con cui gli imputati sono stati assolti dalle accuse.
Il crollo, a seguito del quale si era aperta un’autentica voragine nel tetto del locale, si era verificato nella giornata di Pasquetta del 2005, sotto gli occhi di centinaia di persone che, mentre passeggiavano sul lungomare di Barcola, avevano visto scoppiare alcune finestre e uscire del fumo - rivelatosi poi essere polvere - dal ristorante. L’area era stata isolata, e il traffico bloccato per ore. Il Befed, una volta dissequestrato e concluse le successive ristrutturazione e verifiche di sicurezza, ha riaperto nell’ottobre 2005.
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