Crolli all’ex deposito tram
«I materiali contenenti amianto non sono sempre pericolosi. La minaccia di questa sostanza risiede nelle fibre, sottilissime, di cui è composto. Il rischio è quindi legato alla possibilità di dispersione di fibre nell’aria, alla friabilità del materiale contenente amianto, allo stato di conservazione del materiale contenente amianto».
Sono alcuni concetti contenuti in un volantino informativo del Comune di Monza che proponiamo per l’estrema chiarezza con cui vengono esposti. Insomma, il rischio è minimo finché i manufatti e le coibentazioni sono in buono stato mentre aumenta a dismisura quando si deteriorano e rilasciano fibre nell’aria: per questo motivo è necessario eliminare nel tempo tutti i materiali che contengono amianto o, quanto meno, intervenire in modo regolare a mantenere integre le protezioni delle coibentazioni e bloccare con speciali vernici il rilascio di fibre dal fibrocemento.
Tutta questa premessa scientifico-tecnica per arrivare al caso della vecchia stazione dei tram: nonostante gli annunci a getto continuo dell’amministrazione comunale, l’eternit è ancora lì. E le sue condizioni sono tutt’altro che tranquillizzanti, come si può evincere da queste foto. Il tetto è ceduto in più punti e si sono verificati diversi crolli di materiale con l’apertura di veri e propri squarci. Nella notte fra martedì e mercoledì, in cui in tutto l’Isontino si è scatenato un violento temporale con vento impetuoso, la situazione è peggiorata ulteriormente. «Sentivamo nitidamente con le nostre orecchie il crollo di nuovi pannelli. La situazione è critica. Stiamo pensando di inscenare una protesta perchè non possono riempirci la testa di annunci e non fare nulla», la rabbia di chi lì ci risiede e “convive” con quella sinistra presenza alle porte di casa. «Stiamo aspettando la firma del contratto ma ormai non ci sono più ostacoli di sorta - tranquillizza tutti l’assessore comunale all’Ambiente, Francesco Del Sordi -. Questa volta posso proprio dire che l’inizio-lavori è imminente». Dovremmo esserci, quindi. Anche se i residenti (giustamente) sono diventati come San Tommaso e sino a quando non vedranno operai al lavoro non ci crederanno.
«L’edificio oggetto dell’intervento - si legge nella scheda progettuale - è il cosiddetto “ex deposito tram” situato tra piazzale Saba e via di Manzano, nella zona della stazione ferroviaria di Gorizia. L’edificio è stato costruito all’inizio del secolo scorso e modificato in varie fasi. Inizialmente utilizzato come deposito dei tram, ha avuto varie destinazioni tra cui rimessa dei bus, e da ultimo sede distaccata delle Aziende municipalizzate poi diventate Iris. Comprende anche l’ex casa del custode. L’edificio è da diversi anni in stato di abbandono: gran parte delle coperture spandono e sono in pessime condizioni statiche e vi sono diversi tipi di rifiuti (non tossici) presenti nelle zone coperte e nelle aree scoperte». Continuano le relazioni del Comune: «Le coperture, con rare eccezioni, sono costituite da lastre di amianto compatto di due tipologie: lastre ondulate ed eternit tipo Romano, non pedonabili e non calpestabili, in grave stato di degrado, sia sulla ex rimessa, quanto sull’abitazione».
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