Crollano i turisti italiani. Gli stranieri salvano Trieste
Un calo generale, specie di italiani, a fronte di un seppur leggero aumento di ungheresi, cechi, slovacchi e polacchi. I flussi turistici di questa prima parte del 2013 parlano chiaro.
Gli arrivi nazionali a Trieste hanno registrato un calo del 10,03% rispetto al 2012 con oltre 10mila unità in meno. In sensibile crescita invece gli stranieri, quasi mille arrivi in più che segnano un +1,34%. Ma la nota più dolente riguarda le presenze in città: accanto al -8,33% dei turisti italiani (oltre 22.700 persone in meno rispetto all'anno scorso) si è registrato anche un calo degli stranieri con un -1,40%.
Dopo sei anni in costante crescita, Trieste ora vive un momento di difficoltà. Questa volta in campo turistico.
«La crisi economica e il maltempo ci hanno portato a questa situazione. Ma confidiamo sia solo un momento negativo temporaneo, e non una vera e propria inversione di tendenza». Edi Sommariva, direttore generale di Turismo Fvg, evita drammi e invita a non fasciarsi la testa. Il picco negativo che hanno registrato questi primi sette mesi però avranno pure una motivazione? «La crisi globale e il maltempo, che si è abbattuto a Trieste come in quasi tutta Italia, sicuramente hanno influito, certo è che se il sistema dei servizi non funziona alla perfezione c’è il serio rischio di girare a vuoto con la promozione turistica», replica il direttore.
La carente fruibilità delle peculiarità cittadine insomma è sotto accusa: tram di Opicina, parco di Miramare, musei, faro della Vittoria.
«Se il prodotto finale non è più appetibile non si ottengono risultati - aggiunge Sommariva - perché per trattenere i turisti e non solo farli arrivare ci vuole una macchina complessiva pubblico-privato che funzioni».
«Abbiamo avuto un’ulteriore caduta per i contatti “business”, legati alle presenze di lavoro, e complessivamente un calo di turisti italiani che si aggira attorno al 30%»: Guerrino Lanci, presidente del consorzio Promotrieste, conferma il trend negativo. «Complessivamente i numeri tengono abbastanza grazie alle presenze degli stranieri, ma il calo della capacità di spesa da parte del turista e le tariffe di vendita on-line sempre più basse delle strutture ricettive sono evidenti», aggiunge Lanci. Ricette per tornare in auge? «Negli ultimi cinque anni abbiamo puntato su strategie molto variegate quali il web, il social network, i punti informativi, le fiere. Per mettere in sinergia i tanti buoni prodotti del territorio bisogna fare più squadra».
«Sale il turismo individuale, in calo invece i gruppi: complessivamente però il nostro lavoro ha retto». Paola Vento, presidente dell’associazione Guide turistiche Friuli Venezia Giulia, dà una versione più rosea della situazione attuale e racconta di come il turismo a Trieste stia cambiando. «Arrivano sempre più stranieri del Centro Europa e meno italiani, e vengono qui sapendo già cosa vedere, frutto del potere del web». I siti più richiesti? «Oltre San Giusto e Miramare, il Borgo Teresiano e le chiese delle varie confessioni». Problemi? «In alta stagione si crea quasi una congestione - conclude Vento -. Bisognerebbe cercare di fare arrivare i turisti anche negli altri mesi dell’anno». Una delle tante sfide che la città dovrà affrontare.
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