Crociere, Venezia si rilancia ma fa meno paura a Trieste

L’Authority lagunare annuncia 31 nuovi approdi grazie al “sistema” con Marghera: il 50% già nel 2021. Le navi più grandi restano però alla Marittima e a Monfalcone
Massimo Greco
Silvano Trieste 2021-08-21 Costa e Msc alla Stazione Marittima
Silvano Trieste 2021-08-21 Costa e Msc alla Stazione Marittima

TRIESTE Dopo la quasi chiusura del Canale della Giudecca e del Bacino di San Marco scattata il 1° agosto, Venezia tenta di riprendere quota nel comparto crocieristico ma Trieste non teme la revanche lagunare e conferma il programma delle toccate da qui alla fine dell’anno: 5 passeggeri continueranno a utilizzare molo Bersaglieri e la monfalconese Portorosega.

L’Autorità portuale dell’Adriatico settentrionale ha diffuso una nota nella quale enunciava il calendario di approdi temporanei messo a punto per il nascente sistema Venezia-Marghera. Sono in previsione 18 unità sotto le 25.000 tonnellate al terminal passeggeri alla Marittima, 10 navi al Venice Roportmos di Fusina, 1 “cruise” al terminal container Vecon, 2 destinabili a uno scalo non ancora ufficializzato (potrebbe essere il multipurpose Tiv). In nessuno di questi scali riescono ad attraccare unità da 300 metri di lunghezza.

Sono in tutto 31 servizi: già prevista per oggi la prima partenza, sarà “Europa 2” della Hapag Lloyd a inaugurare al terminal traghetti di Fusina il nuovo corso della crocieristica veneziana. E’probabile che laddove non vi siano spazi attrezzati per l’accoglienza dei turisti, le pratiche di accettazione - come succede per Monfalcone - vengano espletate alla Marittima. Il presidente dell’authority lagunare, Fulvio Lino Di Blasio, ha dichiarato che queste soluzioni temporanee hanno consentito di «recuperare il 50% della programmazione di quest’anno».

E’ naturalmente un dato di mera consolazione per una struttura crocieristica tra le più grandi d’Italia e di gran lunga capolista in Adriatico, fino a un paio di anni addietro capace di accogliere fino a 1,8 milioni di passeggeri annui e in grado di garantire 4500 posti di lavoro diretti/indiretti. Quella elaborata in questi giorni a Venezia è una risposta inevitabilmente parziale, destinata però a durare finquando si realizzerà - se e quando - lo scalo fuori dalla Laguna, in mare aperto. Tre giorni fa, il premier Mario Draghi è stato esplicito: lo stop alle grandi navi fa di Venezia un modello ambientale, anche se sono andati persi posti di lavoro.

Una situazione di lunga transitorietà che permette a Trieste di consolidare i risultati ottenuti in questi mesi. Francesco Palmiro Mariani, amministratore delegato di Trieste terminal passeggeri, conferma che fino al termine dell’anno sabati e domeniche vedranno navi sulle Rive triestine e al terminal monfalconese di Portorosega. Sempre le stesse alla ribalta: due Costa e una Msc a Trieste, due Msc a Monfalcone. Con punte di traffico che, sommando le presenze registrate nei due approdi, sfioravano le 20.000 persone.

«Le compagnie sono soddisfatte della qualità operativa triestina - commenta ancora Mariani - e possiamo anticipare che il 2022 sarà un anno molto interessante».

Argomenti:cronacacrociere

Riproduzione riservata © Il Piccolo