Crociere, il Mediterraneo perde colpi
MILANO. Recuperano i Caraibi, crescono Asia e Australia, perde colpi il Mediterraneo. Che segnerà nel 2014, dopo anni di costante crescita, una significativa battuta d’arresto. Cambiano quindi la strategie mondiali delle compagnie cruise, in questi giorni riunite in conclave al Seatrade Shipping di Miami, il più importante appuntamento a livello internazionale dedicato all’industria delle crociere, dove ogni anno vengono anticipati i futuri scenari e le nuove tendenze del settore. Se tale previsione venisse rispettata, il totale dei passeggeri movimentati in Italia si attesterà intorno ai 10,5 milioni (-7%), mentre le toccate nave saranno di circa 4500 (-11,3%), tornando a valori simili a quelli registrati nel 2009. «L’andamento del traffico crocieristico in Italia sembra avviarsi verso una nuova fase nella quale l’alternarsi di anno in anno di variazioni positive e negative potrebbe essere la regola, evidenze tipiche di un prodotto e di un mercato giunti nella loro fase di maturità», spiega da Miami Francesco Di Cesare, presidente di Risposte Turismo, società di ricerca che ha elaborato lo studio “Speciale Crociere 2014”, pubblicazione curata per il terzo anno consecutivo per l’Osservatorio nazionale del turismo.
«Vi sono, però, senz’altro le basi per andare alla ricerca di nuovi e costanti incrementi di traffico e risultati in generale – prosegue Di Cesare -. Serviranno un’attenta programmazione a livello nazionale, nuovi investimenti, un più forte impegno da parte del Governo e delle amministrazioni pubbliche, ed un più franco e costruttivo dialogo con le compagnie». Intanto, lo studio rileva che lo scorso anno il traffico crocieristico negli scali nazionali è stato di 11,3 milioni (+4,1% sul 2012). Il porto di Civitavecchia, con oltre 2,5 milioni di crocieristi movimentati (+5,8%) e 959 toccate nave (+5,2%), è risultato al primo posto in Italia per volumi seguito da Venezia con oltre 1,8 milioni di passeggeri (+3,3%) e 548 toccate nave (-3,7%) e da Napoli, con circa 1,2 milioni di passeggeri (-4,4%) e 440 toccate nave (-10,6%).
Dall’analisi dei dati inoltre emerge come i primi 5 porti italiani abbiano concentrato nel 2013 quote molto elevate di traffico, vale a dire il 73% dei passeggeri movimentati e il 57% delle toccate nave. Infine, nel 2013 sono stati 4 i porti nazionali ad aver superato il milione di passeggeri movimentati (Civitavecchia, Venezia, Napoli e Genova) e 15 quelli ad aver oltrepassato la soglia dei centomila crocieristi. Tra questi ultimi non c’è Trieste che, con circa 70mila passeggeri, arriva dopo Trapani (71mila) e prima di Santa Margherita Ligure (40mila) attestandosi al 19° posto nel ranking degli scali italiani che nel 2013 hanno movimentato complessivamente oltre 20mila passeggeri. A prima vista, quella classifica lascia senza parole. Reazione legittima. Se non fosse che, spulciando tra le numerose tabelle dello studio, si scopre un dato che almeno un sorriso riesce a strapparlo. Consentendo di guardare il bicchiere non completamente vuoto.
La ricerca riporta infatti che il porto triestino staziona stabilmente al secondo posto, dopo Venezia e prima di Genova e Civitavecchia, nella classifica che fotografa la distribuzione dei passeggeri divisa in imbarchi-sbarchi e transiti. Per lo scalo giuliano, in questo caso specifico, prevale il primo trend con il 74,5% (52mila imbarchi-sbarchi) contro il 25,5% (18mila transiti). «E’ un dato da non sottovalutare – spiega Di Cesare – perché certifica le enormi potenzialità nel segmento cruise di Trieste, che ha tutte le carte in regola dal punto di vista logistico per diventare un home port: cioè, uno scalo in cui una nave cruise parte e ritorna realizzando un ritorno di immagine e di soldi per la città».
Nel frattempo, lo studio prevede che il porto giuliano - dopo una lieve crescita registrata nel 2013 - quest’anno perderà quote di mercato raggiungendo 47mila passeggeri movimentati (-32,1%) e 21 toccate nave (-34,4%). «Ma sarà solo un calo transitorio – puntualizza Di Cesare – visto che Costa Crociere considera Trieste strategica e intende continuare ad investirci, come di recente ha dichiarato l’ad della società Michael Thamm confermando peraltro quest’anno l’arrivo della compagnia Aida Cruises, marchio del gruppo Costa, e anticipando che nel 2015 verrà posizionata una nave Costa da oltre 2000 passeggeri». In conclusione, l’esperto di marketing del turismo lancia un suggerimento al porto triestino (Ttp): «Certo, è importante che lo scalo diventi un vero e proprio home port, ma è altrettanto importante invertire la tendenza sui transiti che sono offerti dalle crociere low cost che gravitano nell’Egeo».
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