«Crociere da Venezia a Trieste? Per me è ok»
«La soluzione delle crociere a Trieste mi va benissimo. Nella logica di mettere a disposizione il meglio che si ha». Parole di Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale di Venezia e numero uno del Napa, l’associazione dei porti del Nord Adriatico. Lo scalo veneziano è insomma pronto a cedere una fetta del proprio business, in quella logica di cooperazione che dovrebbe - secondo Costa - muovere i cinque porti dell’Alto Adriatico in un’ottica comune. Di sistema (Ravenna ha però lasciato da tempo il Napa, che oggi raggruppa Venezia, Trieste, Capodistria e Fiume), nel quale dimostrare altresì di «essere capaci di differenziarci. È possibile?». Venezia, anche nell’ottica di futuri interventi volti a creare un nuovo passaggio per le navi bianche così da evitare la contestata invasione in laguna, è disposta a fare il passo. Ma il destinatario dell’eredità è pronto a rispondere “presente”? Chi avrebbe potuto e dovuto rispondere al quesito, ieri, durante il convegno “Un grande porto dell’Alto Adriatico?” organizzato al Ridotto del teatro Verdi nell’ambito del cartellone di Trieste Next, non l’ha fatto. Per un motivo semplice: non c’era. La presidente dell’Autorità portuale di Trieste, Marina Monassi, ha infatti declinato l’invito.
Interrogato dal direttore del Piccolo Paolo Possamai, moderatore della tavola rotonda, su un’eventuale disponibilità, il presidente dell’Authority di Ravenna, Galliano Di Marco, ha sancito il disinteresse del Porto ravennate ad assumere l’onore e l’onere di curare il traffico crocieristico in questione, causa collegamenti via terra non adeguati a supportarlo e una vocazione principalmente orientata al rafforzamento del traffico delle rinfuse solide. Da Ravenna, insomma, nessuna concorrenza al possibile subentro di Trieste. Ma la posizione ufficiale del Porto triestino, come rilevato, non è invece emersa per assenza dell’interlocutore. Così, dello scalo cittadino ha parlato soprattutto la presidente della Regione Debora Serracchiani, costretta a un certo punto addirittura a chiarire: «Non vorrei si pensasse che io sto sostituendo l’Autorità portuale di Trieste». Giusto a sottolinearne ancora la mancata presenza. Confermando nel contempo di voler recitare e di svolgere nel concreto un ruolo di primo piano su questo versante, la governatrice del Friuli Venezia Giulia ha anche annunciato che «la prossima settimana io e il sindaco (Roberto Cosolini, presente in platea, ndr) andremo a Roma» per discutere del progetto di implementazione dei collegamenti ferroviari interni al porto di Trieste. E così uscire dal momento di impasse dovuto al mancato accordo fra i due attori principali al tavolo: Autorità portuale e Ferrovie dello Stato. Serracchiani ha ribadito inoltre la valenza politica e strategica della sua scelta di sedere in prima persona in Comitato portuale. A più riprese, dunque, si è soffermata su temi che chiamano in causa Monassi, senza mai citarla. Neanche una volta. Nessun nome nemmeno quando, sibillina, ha risposto alla domanda di Possamai sui traffici portuali che la governatrice mira a incrementare: «C’è chi gioca a perderli?», il quesito del direttore del Piccolo. «Sì, o per lo meno non si impegnano abbastanza...», la replica di Serracchiani. Che un attimo prima aveva definito l’obiettivo cui deve mirare il Napa, chiamato a essere «mezzo per accrescere i traffici, non per dividere quelli che già ci sono». Posizione diversa da quella di Costa, che invita a differenziare e punta sul progetto off-shore per Venezia. Progetto che Serracchiani non gradisce per nulla: «Non credo sia ragionevole». Fra i due, attimi di tensione per una volontà di competizione che la presidente della Regione percepisce come evidente da parte dell’Authority veneziana su partite oggi appannaggio di Trieste, ad esempio sui collegamenti con la Turchia. Discorso che Costa ha chiuso così: «Abbiamo messo in moto il nostro punto franco, ma mai chiesto né chiederemo il regime fiscale del porto franco di Trieste, la quale gode di vantaggi che noi - ha rimarcato - non avremo mai». Una discussione inserita in un contesto che ha appunto evidenziato le diversità di vedute degli invitati sul Napa. Inclusi la contrarietà di Ravenna e il favore di Fiume, di cui riferiamo a parte. Assente, ieri, anche il porto di Capodistria, dove la recente nomina del neopresidente Gašpar Gašpar Miši› è oggetto di contestazioni in Slovenia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo