Croazia, trafficante d’armi offre una squadriglia di caccia Mirage

Proposti 12 aerei dal Brasile a 79,5 milioni di dollari: ne sarebbero serviti 500 per acquistare altrettanti F-16 Barak. Le perplessità di Zagabria sul dossier

È stato il miglior fornitore di armi all’Esercito croato durante la Guerra patria (1991-1995), lavorava direttamente a contatto con l’allora potentissimo ministro della Difesa Gojko Šušak e ora Zvonko Zubak, trafficante d’armi internazionale, nato l'8 marzo 1958 a Bunar vicino a Plehana, nella Bosanska Posavina, a sua detta, vuole nuovamente aiutare la sua patria e offre alla Croazia l’acquisto di una squadriglia di 12 Mirage 2000 a 79,5 milioni di dollari. Un prezzo stracciato se si pensa che l’affare, poi sfumato, per l’opposizione degli Usa con Israele per l’acquisto di altrettanti F-16 Barak sforava i 500 milioni di dollari.

La notizia è riportata dal Večernji List di Zagabria al quale Zubak ha spiegato di aver fatto recapitare ai primi di giugno le sue lettere di proposta d’acquisto al primo ministro Andrej Plenković, alla presidente Kolinda Grabar Kitarović, al ministro della Difesa Damir Krstičević e al capo di stato maggiore generale Mirko Sundov. Nella sua offerta, Zubak offre assistenza concreta per l'acquisto di 12 aerei Mirage C provenienti dallo stato del Brasile. Aerei, dice, di quarta generazione, compatibili con la Nato, prodotti nel 1984 con una risorsa residua da 150 a 200 su un totale di 6.000 ore di volo. L'ultimo volo della squadriglia è stato effettuato nel 2014, dopo di che i Mirage sono stati conservati negli hangar. Zubak è convinto dello stato eccellente degli aerei, il che è stato confermato anche dai tecnici del costruttore francese Dassault. Offre anche la possibilità di pagare la somma per l’acquisto degli aerei a rate, in sette anni, con un tasso di interesse annuo dell'1,2%. L'offerta comprende 10 Mirage a un posto e due a due posti. Sono inclusi un set di pezzi di ricambio, attrezzature e strumenti di manutenzione, addestramento di cinque piloti (35 ore) e formazione di ingegneri e tecnici. È offerto anche un kit di combattimento di missili medio-piccoli al costo di 1,4 milioni di dollari per aeromobile che sarebbe operativo e disponibile per la Croazia entro un massimo di 8 mesi dalla data della firma del contratto.

Ma chi è Zvonko Zubak? Diplomato, finito il servizio militare di leva emigra in Germania dove fa il muratore. Ma poi decide di mettersi in affari. Il “naso” ce l’ha. I soldi si trovano e così nel 1985 registra una compagnia di autobus per il trasporto di lavoratori temporanei tra la Germania e Bosanska Posavina. Investe 40.000 marchi per la registrazione dell'azienda e 200.000 per l'acquisto di autobus. Questo lavoro gli frutta guadagni mensili tra i 50 e i 100 mila marchi. Ma negli autobus non ci sono solo operai, ma anche caffè, videoregistratori e altri beni che a quel tempo erano carenti in Jugoslavia. L’intera Bosanska Posavina viveva di quel contrabbando. La polizia però a un certo punto si stufò e bloccò tutto. A Zubak venne interdetto l’ingresso in Jugoslavia per un anno, pena poi ridotta a sei mesi. Ma a bordo degli stessi autobus, Zubak ha iniziato a consegnare anche le prime spedizioni illegali di armi alla Croazia nei primi anni Novanta.

Tornando all’affare Mirage, al ministero della Difesa croato non vogliono parlare, dicono solo che la decisione sarà lasciata al premier e al presidente. I funzionari del ministero hanno però immediatamente contattato interlocutori brasiliani e francesi, concludendo che «tutto non è esattamente come dice Zubak». La Croazia poi opera con sistemi contrattuali “Stato-Stato”, non con intermediari e aziende. E sebbene Zubak abbia acquisito un sacco di velivoli per l'aeronautica militare croata, a Zagabria replicano che «oggi non è in corso più alcuna guerra». Senza dimenticare l’ultra ventennale disputa giudiziaria in corso tra Zubak e lo Stato croato citato a giudizio dal trafficante per non aver pagato il sistema missilistico S-300 che, secondo Zagabria, è risultato inutilizzabile per mancanza di pezzi. Insomma per un prezzo così basso la Croazia si sta chiedendo dove sta l’inghippo, mentre Zubak giura che lui dall’affare non guadagnerà nulla: «Lo faccio per amor patrio», ha dichiarato. Lo stesso con cui ha trascinato in tribunale la patria? —


 

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