Croazia, si dimette il presidente del Sabor
ZAGABRIA. Adesso la Croazia è veramente sull’orlo del baratro politico. Ieri al Sabor (Parlamento) si è svolta una sorta di battaglia dei lunghi coltelli. Che se da una parte ha salvato dalla sfiducia (per un solo voto) il ministro delle Finanze Zdravko Maric, dall’altra ha visto le dimissioni del presidente del Parlamento, Božo Petrov, leader di Most ed ex partner di governo dell’Hdz del premier, Andrej Plenkovic. Che ora resta solo a guida di un “monocolore” che non ha la maggioranza al Sabor.
Ieri mattina, dopo che mercoledì si è svolta una seduta fiume di 17 ore, c’è stato il voto sulla sfiducia al ministro Maric presentata dai socialdemocratici, all’opposizione. Ebbene su 151 deputati in 75 hanno votato per la sfiducia. Sfiducia che è così stata respinta per un solo voto. Tra i parlamentari c’è stata l’astensione dell’indipendente, Željko Glasnovic, ma il voto contro la sfiducia determinante è stato quello del socialdemocratico (Sdp), Tomislav Sauha. «Se avessi deciso altrimenti - ha dichiarato Sauha - saremmo andati nuovamente alle elezioni, ma non sarebbe stata una soluzione. Saremmo andati du nuovo al voto e la situazione sarebbe stata la stessa».
Sauha prima del voto si è dimesso dall’Sdp a seguito dell’inchiesta a suo carico su presunte malversazioni relative alle diarie quando era capo di gabinetto dell’ex premier Zoran Milanovic.
A questo punto il Parlamento si è fermato riaggiornandosi alle 14. All’ordine del giorno c’era la mozione di sfiducia al suo presidente Božo Petrov presentata dall’Hdz ma sottoscritta anche da deputati socialdemocratici e popolari. I numeri erano inequivocabili: nessuno avrebbe salvato Petrov. Il quale, proprio alle 14 prima dell’inizio dei lavori ha rassegnato le dimissioni di sua spontanea volontà. «L’unica soluzione della crisi politica - ha affermato il leader di Most - sono le elezioni politiche». Ha aggiunto che a causare questa crisi del Paese è stato il premier, Andrej Plenkovic il quale adesso non ha più alcuna legittimazione politica per fare il primo ministro in quanto non ha una maggioranza in Parlamento.
Ricordiamo che la crisi è esplosa dopo che Plenkovic ha “licenziato” i tre ministri di Most del suo governo (interni, giustizia e energia) perché non erano pronti a sostenere la fiducia al “collega Hdz, Maric, nel mirino delle opposizioni per il caso della crisi del colosso agroalimentare croato. Difficile a questo punto prevedere che cosa succederà. La logica politica farebbe pensare a nuove elezioni (sarebbero le terze in un anno e mezzo). Ma nei Balcani, in politica, spesso è sbagliato pensare con le coordinate della razionalità. Certo in Croazia sono pochi coloro che vogliono tornare al voto. E le dimissioni di Petrov sono l’unica risposta possibile di Most al “salvataggio” di Maric. L’Hdz propone Gordan Jadronkovic al posto di Petrov. Tutto i resto è caos.
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