Croazia, scontri fra gli ultras dell’Hajduk e la polizia sull’autostrada fra Zagabria e Spalato

Valmer Cusma

ZAGABRIA Centinaia di ultras della Torcida, la tifoseria della squadra spalatina dell'Hajduk, hanno aggredito sabato sera 21 maggio i 16 agenti di polizia che li stavano scortando in Dalmazia dopo la partita di campionato giocata in trasferta allo stadio del Maksimir contro la Dinamo, la rivale storica. Evidentemente le misure di sicurezza predisposte per la partita sempre ad alto rischio, non erano sufficienti. Il bilancio e' di 35 persone ferite tra cui una ventina di agenti rilasciati dopo le cure all' ospedale di Karlovac dove e' stato trattenuto un teppista rimasto ferito in maniera grave. Comunque non e' in pericolo di vita.

Come reso noto alla conferenza stampa di ieri pomeriggio (domenica) in Questura a Zagabria, dopo la partita circa 1.600 sostenitori dell' Hajduk avevano intrapreso il viaggio di ritorno a bordo di autobus, furgoni e automobili. Arrivati pero' all'area di servizio di Desinec tra Lucko e Karlovac, hanno fermato la colonna bloccando il traffico sulle tre corsie autostradali. Hanno quindi impugnato spranghe, bottiglie di vetro, pietre, catene segnali stradali divelti e attivato un estintore aggredendo e picchiando gli agenti che hanno reagito sparando in aria numerosi colpi di pistola nel tentativo di intimidire gli scalmanati e per chiamare rinforzi. Poco dopo sono arrivati sul posto i poliziotti dei reparti speciali e la guerra' continuata. Qualcuno ha lanciato un razzo contro il distributore di benzina che per fortuna non e' saltato in aria. Il bar e' stato letteralmente demolito.

Due tifosi sono rimasti feriti – si suppone – dai proiettili sparati dagli agenti e rimbalzati su un muro in cemento armato. Alla fine la polizia ha operato 43 arresti. L'autostrada in quel punto e' rimasta chiusa al traffico fino alle 10.00 di ieri mattina. Alcuni automobilisti rimasti bloccati hanno parlato di terrore mai vissuto prima. Sembra che a scatenare l'ira degli ultras sia stato il divieto di entrare allo stadio per non aver voluto mostrare al servizio di sorveglianza gli striscioni preparati per la partita. Valmer Cusma

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