Croazia, niente nuovi caccia, acquisto rinviato al 2024
ZAGABRIA È il sogno neanche tanto nascosto di molti governi croati che si sono succeduti al potere, soprattutto quelli di centrodestra. Qualche anno fa sembrava tutto già fatto e invece la Casa Bianca ha rotto le uova nel paniere all’allora premier Andrej Plenković. Stiamo parlando della tanto agognata fornitura di 12 caccia per garantire la sicurezza dei cieli croati.
L’accordo era stato raggiunto con Israele per gli F-16 Barak, ma gli Stati Uniti ci hanno messo lo zampino sostenendo che il contrato sottoscritto tra Zagabria e Gerusalemme non era valido in quanto non potevano essere venduti a Paesi terzi aerei con tecnologia made in Usa senza l’assenso del Pentagono. E l’assenso non c’è stato, nonostante la Croazia sia un Paese della Nato.
Ma Zagabria non si arrese e iniziò nuovamente le trattative. L’iter, molto lungo, doveva però ripartire da zero. E questo compito è stato lasciato dal governo uscente a quello entrante sempre a guida Plenković. Ma, inattesa e imprevedibile si è scatenata la pandemia di Covid-19 e l’intera economia mondiale ha iniziato a barcollare, figuriamoci quella già non saldissima della Croazia. Non deve meravigliare quindi che il nuovo ministro della Difesa Mario Banožić, come molti dei suoi predecessori, trovatosi sulla scrivania il dossier acquisto caccia, che in 14 anni nessuno è riuscito a chiudere abbia dichiarato di voler «definire il problema della chiusura delle offerte per l’acquisto degli aerei».
Non ha specificato però in quale periodo, ma in sostegno gli è venuto il piano del governo in cui si prevede che «entro la fine del mandato, verrà selezionato il tipo di aeromobile, il contratto sarà firmato e inizierà l'addestramento di piloti e tecnici». Ciò significa che l’esecutivo riconosce che prima del 2024 non ci saranno i nuovi caccia e che lo spazio aereo croato dovrà essere protetto ancora per un po' di tempo dagli aerei dei Paesi membri della Nato, molto probabilmente l'Italia e l'Ungheria. Vale a dire che dal 2023 nessuno dei 6 Mig 21 attualmente in dotazione potrà più volare anche se già oggi solamente uno di essi sembra sia in grado di decollare.
All'inizio dell’aprile scorso, il governo croato ha rinviato il processo di acquisizione di un aereo da combattimento fino alla fine dell'epidemia di coronavirus. A quel tempo, la Commissione governativa aveva sul tavolo le offerte degli Stati Uniti e della Svezia per i nuovi F-16 Viper e JAS-39. Aerei usati sono stati offerti da Francia (Rafale), Italia (Eurofighter) e Norvegia, Grecia e Israele (F-16). Secondo il piano originale, le offerte dovevano essere valutate all'inizio di agosto, ma poi è arrivata la pandemia e tutto è stato, come detto, rinviato a data da destinarsi. Ma secondo le fonti citate dal quotidiano Jutarnji List, il processo non si è fermato. Vale a dire, negli ultimi mesi, molte delegazioni sono venute al ministero della Difesa croato per discutere le loro offerte e i più attivi sono stati i francesi. Secondo i media francesi, i rappresentanti della Direzione generale francese degli armamenti (Direction générale de l'armement) hanno dichiarato in una relazione alla commissione parlamentare che la Croazia era una delle «prospettive» per gli aerei Rafale usati che sarebbero stati «acquistati da Zagabria dall'esercito francese». —
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