Croazia, la Russia interrompe la fornitura di carbone alla centrale Fianona 2
L’impianto istriano termoelettrico fornisce il 9% del fabbisogno del Paese

POLA La Croazia sta subendo un forte contraccolpo per il suo aperto sostegno all'Ucraina e alle sanzioni imposte dalla comunità internazionale contro la Russia: Mosca ha interrotto le forniture di carbone dai suoi giacimenti baltici alla centrale termolettrica Fianona 2, situata nell'omonimo golfo istriano. A scriverlo è il settimanale croato Nacional, che sottolinea come che l’impianto istriano fornisce il 9% del totale del fabbisogno energetico del Paese, motivo per il quale una sua possibile chiusura per mancanza di combustibile si tradurrebbe in un problema non da poco.
Citando fonti ufficiose all'interno della Hep, l'Azienda elettrica di Stato, il Nacional scrive che si è all'affannosa ricerca di fornitori alternativi per colmare il gravissimo scompenso. In ogni caso nella migliore delle ipotesi bisognerà attingere in maniera molto più rilevante dalla cassa in seguito al sensibile rincaro di tutte le fonti energetiche di queste ultime settimane sul mercato europeo. C'è anche la possibilità di far arrivare il carbone dall'America Latina oppure dall'Australia, ma a incidere sul prezzo finale in questo caso sarebbero le spese connesse al lungo trasporto.
La drastica decisione russa sul blocco del carbone - sempre stando a quanto riporta il settimanale croato - era stata presa pochi giorni prima dell'aggressione all'Ucraina, in previsione appunto di quella che sarebbe stata la posizione di Zagabria in merito all'invasione. Per risolvere il problema c'è anche un'altra strada possibile: l'aumento dell'importazione di energia elettric, già ora a livelli molto alti, e che a oggi comporta un esborso annuale fra i 400 e i 500 milioni all’anno. C’è comunque da credere che alla luce dei contraccolpi causati dall'invasione ucraina sui mercati energetici, gli esportatori di energia elettrica sicuramente ritoccheranno il prezzo. La Croazia dunque è venuta a trovarsi in una situazione molto delicata e ora si attendono le mosse della Hep assieme al Governo croato.
La Fianona 2, della potenza di 210 MW, al momento è l'unica centrale elettrica a carbone in Croazia. Costruita fra il 1985 e il 1999, consumava 800.000 tonnellate all'anno fino a cinque anni fa, quando la “vecchia” Fianona 1 è stata chiusa in attesa di essere riconvertita. Al momento della sua entrata in funzione, era stata pure definita la durata della Fianona 2: fino al 2040, un termine che ora appare lontanissimo tenuto conto dell'urgenza di agire per rendere sostenibile la produzione di energia e salvare il pianeta. Il suo destino dunque sembra oggi segnato con largo anticipo: ora si parla al momento di una data attorno al 2030 – 2035.
Ma chiusura non significa necessariamente smantellamento: da Zagabria arrivano infatti delle indicazioni secondo le quali si stanno valutando soluzioni alternative in fatto di alimentazione, e una di queste sarebbe l'impiego del gas naturale, proveniente dai giacimenti sottomarini nell'Adriatico. Proprio dalle parti di Fianona passa il gasdotto che rifornisce la Croazia continentale.
Alla luce di tutto ciò, è ormai tramontato il progetto della terza centrale a carbone a Fianona, della potenza di 400 MW, per la quale il governo aveva spinto fino a qualche tempo fa, sollevando aspre contestazioni degli ambientalisti.
Al momento la Croazia produce il 91% del proprio fabbisogno: in questa percentuale è inclusa la parte erogata dalla centrale nucleare di Krško, in Slovenia. —
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