Croazia, la pattuglia acrobatica si licenzia
La pattuglia acrobatica dell’aeronautica militare croata, la prestigiosa “Ali della tempesta” (Krila Oluje), non esiste più. Non si tratta di una spending review da parte del ministero della Difesa anche se, in mezzo, ci sono sempre i soldi. Quelli, tanti, che il Qatar ha messo sul piatto, e nei portafogli, dei sei top gun croati perché si trasferissero nel sultanato arabo per guidare la nuova scuola di aviazione militare che si sta costruendo.
Per gli esperti militari della Croazia si tratterebbe del più grosso danno subito dall’aeronautica della scacchiera dall’indipendenza a oggi. La pattuglia fu istituita nel 2005 nel primo decennale dell’Operazione tempesta che decretò la vittoria della Croazia nella Guerra patria (1991-1995) contro i serbi. I sei aerei erano di base a Zara e nel corso di questi anni hanno partecipato a 106 esibizioni acrobatiche in tutto il mondo.
In una di queste i sei piloti a bordo dei loro Pilatus hanno letteralmente affascinato il figlio del sultano del Qatar che ha così convinto il padre a ingaggiarli. I top gun croati avranno così un contratto di cinque anni rinnovabile che garantirà loro uno stipendio di 35mila dollari al mese, la casa, un’automobile. Lavoreranno nella nuovissima scuola per piloti militari che si sta approntando in Qatar con una pista ad hoc. A loro disposizione ci saranno i nuovissimi Pilatus PC-21 di produzione svizzera mentre fino ad oggi volavano sempre sui Pilatus ma sul modello PC-9M. La “fuga” dei sei piloti non è la prima che avviene in Croazia. Tra il 2007 e il 2008, infatti, furono addirittura 20 i piloti che lasciarono i Mig militari per cercare fortuna (e soldi) nelle principali compagnie aeree civili del globo. Fonti del ministero della Difesa affermano tristemente che «con l’offerta che viene dall’estero ai nostri piloti non possiamo concorrere». Ma la “fuga” dei sei top gun è stata al centro dell’ultima riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale della Croazia e del caso si è interessata personalmente anche la presidente Kolinda Grabar-Kitarovi„ nella sua veste di capo delle forze armate croate.
A cercare di calmare gli animi il solo capo di Stato maggiore dell’esercito, generale Drago Lovri„ il quale afferma che «la cosa non è così grave come molti vogliono far apparire» e che la pattuglia acrobatica non morirà. Ma sembra una “vox clamans in deserto”. I vertici del Paese sono, a dir poco, infuriati. Soprattutto nei confronti dei servizi segreti miliari. Si chiedono, infatti, come sia stato possibile che i sei piloti dell’élite dell’aeronautica militare della Croazia sia potuti essere stati contattati da una potenza straniera e da essa addirittura ingaggiati senza che nessuno sapesse nulla.
Eppure sono in molti a sostenere che la presidente Grabar-Kitarovi„ fosse invece ben informata sul pessimo stato attuale delle forze armate della Croazia e affermano che la “fuga” dei sei piloti-istruttori altro non è se non un tassello del più grande mosaico della decadenza del sistema di difesa militare croato. Sul tavolo degli imputati siedono ora il ministro della Difesa Ante Kotromanovi„ e quello degli Interni, Ranko Ostoji„, entrambi della Sdp lo stesso partito del premier. E c’è già chi preconizza la caduta di alcune “teste”.
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