Croazia in Schengen a metà del 2020
Dopo l’affidavit del presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker di qualche tempo fa, ora giungono altre notizie, da fonti riservate di Bruxelles, che confermano l’ingresso della Croazia nell’Area Schengen a metà del prossimo anno, praticamente alla fine del semestre di presidenza di turno dell’Ue da parte di Zagabria.
Secondo queste fonti, riportate dal quotidiano di Zagabria Večernji List sul suo sito web, la Croazia soddisfa ora tutte le condizioni tecniche per accedere allo spazio Schengen e dalla Commissione è giunta la “soffiata” a Zagabria che la valutazione degli ultimi otto capitoli dell'acquis di Schengen andrà bene. Poiché la Commissione sta per interrompere il lavoro e “partire per le vacanze”, la conferma ufficiale della conformità della Croazia avverrà molto probabilmente nella prima metà di settembre.
Zagabria, dunque, e in primis il suo ministero degli Interni, ha completato un processo di aggiustamento estremamente lungo che adesso soddisfa le condizioni tecniche per l'ingresso nello spazio Schengen. Ma per entrare davvero in Schengen, la palla passa ora nel campo politico perché la decisione finale deve essere approvata dal Consiglio dell'Unione europea e da tutti i suoi membri. L'ingresso croato in Schengen è una delle priorità della politica estera croata. Il primo ministro Andrej Plenković ha fissato l'obiettivo per il Paese di entrare nello spazio Schengen entro il 2020, o entro la fine della presidenza croata dell'Ue. Al fine di soddisfare gli standard di monitoraggio delle frontiere esterne dell'Ue, 120 milioni di euro sono stati messi a disposizione della Croazia. Sono stati preparati così in otto capitoli i requisiti dell’acquis di Schengen. Il 13 marzo 2015 la Croazia ha presentato una dichiarazione formale di essere pronta a iniziare la valutazione. Le prime procedure sono state condotte sul campo nel febbraio 2016 nel settore della protezione dei dati sensibili. Gli altri capitoli - politica comune in materia di visti, rimpatrio e riammissione, sistema di informazione Schengen, cooperazione di polizia, armi da fuoco - hanno già ricevuto il via libera e ora riceverà semaforo verde anche il capitolo sulla gestione delle frontiere esterne.
La strada per Schengen però non è semplice anche dopo il via libera della Commissione, lo sanno bene Romania e Bulgaria, che soddisfano i criteri, ma non hanno ottenuto il visto dal Consiglio Ue. La Croazia potrebbe sbattere contro il veto della Slovenia, ipotesi già diplomaticamente insinuata da Lubiana affermando che il proprio consenso è collegato all'accettazione e all'applicazione croata della sentenza della Corte arbitrale dell’Aja sui confini marittimi e terrestri tra i due Paesi. In tal caso, sarebbe la terza volta che la Slovenia, per ragioni bilaterali, blocca la Croazia nell'integrazione Ue. Emblematico il caso dei risparmiatori dell’ex Ljubljanska Banka.
Per questo Zagabria ha scatenato una forte azione di lobbying politico nei confronti della Germania. Il presidente uscente della Commissione Ue Jean Claude Juncker alla fine di una visita in Croazia, ha affermato che Zagabria ha il suo pieno appoggio per l'ingresso in Schengen, mentre il primo ministro Plenković ha sostenuto l'ambizione della Croazia affinché la valutazione tecnica con il sì della Commissione e il suo invio all’ordine del giorno del Consiglio Ue avvenga entro il 31 ottobre, data in cui si concluderà il mandato proprio di Juncker.
Schengen sarà anche uno dei temi dell'incontro che il premier croato avrà martedì prossimo a Zagabria con il futuro presidente della Commissione Ue, la tedesca Ursula von der Leyen. La capitale croata sarà per lei la terza tappa del suo primo viaggio in Europa, dopo Francia e Polonia. Fonti diplomatiche sostengono che la geopolitica delle sue visite è dettata dall’importanza che alcuni Paesi hanno avuto nella sua elezione a presidente della Commissione. A Plenković, che in Europa è stato uno dei mediatori del Ppe per la nomina di von der Leyen, non resta che giocarsi bene le sue carte. —
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