Croazia, da oggi norme più dure. Ma i timori degli esperti restano

Il governo della Croazia si è mosso tempestivamente nell’emanazione delle norme restrittive che entrano in vigore oggi nel Paese oppure si è deciso tutto in ritardo e tra qualche settimana si dovrà ricorrere a misure ancor più restrittive rischiando un Natale da chiusi in casa? La risposta vede pareri medici discordanti. Ricordiamo, intanto, che da oggi fino al 15 dicembre in Croazia locali e ristoranti chiuderanno alle 22, è di 25 il numero di persone che si possono radunare al massimo in luoghi pubblici, ai matrimoni non più di 15 persone e ai funerali non più di 25, eventi sportivi senza pubblico e ingressi nei negozi contingentati a seconda dell’ampiezza del locale (servono 4 metri quadrati per cliente). Lo stesso criterio vale per le chiese con la distanza interpersonale garantita e nei cinema.
I nuovi contagi ieri sono stati 3.308 su 9.216 tamponi effettuati con la non trascurabile cifra del 35,89% di positivi tra coloro i quali sono stati sottoposti al test. I decessi sono stati 49. Per quanto riguarda l’interrogativo iniziale va detto che il direttore della Clinica per le malattie infettive "Fran Mihaljevic" di Zagabria, dottor Ivan Puljiz ha detto che più importante delle misure per combattere l'infezione è che i cittadini vi aderiscano, e per le critiche dei colleghi medici che le misure varate dal governo sono troppo indulgenti e in ritardo, ha detto: «Quante sono le persone, tante le opinioni».
Ma il il professor Branko Kolarić, membro del Consiglio scientifico del governo ha sostenuto che «non si possono escludere alcune nuove chiusure in 15 o 20 giorni se i numeri non iniziano ad assumere una tendenza al calo». Secondo alcune indiscrezioni raccolte dal Jutarnji List, se le misure attuali non mostrassero risultati nel ridurre il numero di contagiati e ricoverati, potrebbero essere varate norme più severe come la chiusura di palestre, dei bar al coperto (solo le terrazze potrebbero funzionare), le scuole superiori passerebbero alle lezioni online e le messe potrebbero essere tenute solo con un ulteriore numero inferiore di credenti. E saremmo sotto Natale nel Paese più cattolico dei Balcani. —
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