Croazia, centrodestra ok. Zagabria conferma Bandić

L’indipendente rieletto sindaco della capitale. L’Hdz del premier si afferma in tutte le contee di Dalmazia e Slavonia in cui era andato al ballottaggio
ZAGREB 03.06.2013 NOVOSTI.-lokalni izbori,Milan Bandiæ,sožer,Bundek. snimio Denis Lovroviæ
ZAGREB 03.06.2013 NOVOSTI.-lokalni izbori,Milan Bandiæ,sožer,Bundek. snimio Denis Lovroviæ

ZAGABRIA. Milan Bandić si conferma ancora una volta il sindaco della capitale croata. In carica quasi ininterrottamente dal 2000, il primo cittadino di Zagabria ed ex esponente del Partito socialdemocratico (da cui è stato espulso) ha vinto ieri il ballottaggio contro la candidata liberal-democratica Anka Mrak Taritaš del Partito popolare croato (Hns).

Il voto divide la Croazia: ballottaggi nelle grandi città

Stando ai risultati ormai definitivi dei ballottaggi delle amministrative tenuti ieri in Croazia (il 100% delle schede scrutinate raggiunto in quasi ogni città, tra cui Zagabria), Bandić ha ottenuto il 51% dei voti contro il 46% di Mrak Taritaš, qualificandosi così per un nuovo mandato. Arrestato nel 2014 per corruzione e liberato qualche mese più tardi in cambio di una cauzione di quasi 2 milioni di euro, Bandić è personaggio controverso della politica croata, ma può contare su un innegabile sostegno popolare.

A Spalato, un altro politico dal passato discusso non ce l’ha fatta a tornare in sella. È Željko Kerum, vincitore del primo turno due settimane fa e già sindaco della città dalmata tra il 2009 e il 2013. Proprietario della catena di supermercati omonima, Kerum ha ottenuto soltanto il 44%, lasciando la vittoria al candidato dell’Hdz Andro Krstulović Opara (46%).



Scontata invece la vittoria di Vojko Obersnel a Fiume.
Il sindaco uscente, esponente del Partito socialdemocratico (Sdp) aveva già incassato un solido 42% al primo turno, surclassando il rivale Hdz Hrvoje Burić, fermo al 17%. Al ballottaggio Obersnel si è imposto con un 55% contro il 42,7% di Burić. Roccaforte della sinistra, il capoluogo quarnerino resta dunque nelle mani dell’Sdp, mentre Vojko Obersnel, in carica dal 2000, può ora puntare al traguardo di 22 anni come primo cittadino, dato che il suo nuovo mandato scadrà soltanto nel 2022.


A
Osijek,
quarta città più popolosa della Croazia, il sindaco uscente
Ivan Vrkić
(indipendente, ma sostenuto anche dall’Sdp) ha fatto anche meglio, trasformando il 37% ottenuto al primo turno in uno schiacciante 62,7%. La sua avversario, Ivana Šojat (Hdz), ha ottenuto appena il 33,8% dei voti. A Dubrovnik, infine, vince invece il candidato dell’Hdz Mato Franković, con il 58% dei voti.


Ma non ci sono solo le grandi città.
Gli elettori croati erano infatti chiamati a esprimersi in circa 150 comuni e otto contee, in cui il primo turno si era concluso senza che nessun candidato superasse la soglia del 50%. In totale, quasi 2,8 milioni di persone erano attese nei seggi, ma soltanto il 52,3% di esse si è effettivamente recato alle urne. Il voto era dunque importante non soltanto a livello locale, ma anche come un test politico delle forze in campo a livello nazionale. A questo proposito, l’Hdz, il partito del premier Andrej Plenković, ha vinto senza difficoltà in tutte le contee di Dalmazia e Slavonia in cui era andato al ballottaggio, confermando la buona connessione con il suo elettorato di riferimento.

Il governo croato sull’orlo della crisi: il premier resta solo
Lasorte Trieste 15/09/10 - Zagabria, Croazia,

Da notare tuttavia, la sconfitta del partito conservatore a Knin, città simbolo della guerra d’indipendenza croata. La candidata Hdz Josipa Rimac (in passato prima cittadina di Knin) lascia il posto all’indipendente Marko Jelić. Simbolica anche la sconfitta di Most nella città dalmata di Metković, dove è iniziata la carriera politica del leader di Most Božo Petrov.

Da questi risultati dipende ora la direzione che prenderà l’esecutivo di Zagabria. Andrej Plenković aveva infatti annunciato, nelle scorse settimane, che avrebbe preso una decisione sul futuro del governo (in crisi dopo la rottura con l’alleato Most), soltanto all’indomani del secondo turno delle elezioni amministrative. Due scenari si aprono ora davanti al premier: un rimpasto di governo, tramite un appoggio esterno o addirittura l’ingresso nella maggioranza parlamentare di formazioni ora all’opposizione (nei giorni scorsi si è parlato di un accordo raggiunto tra l’Hdz di Plenković e i liberal-democratici del Partito popolare croato), oppure elezioni anticipate. In questo secondo caso, la Croazia si troverebbe a rinnovare per la terza volta in meno di due anni il proprio parlamento.

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