Croazia, aperto un hotel su cinque. Ma i turisti sono fermi a quota 10%

Registrate 33 mila presenze contro le 315 mila del 2019. Caccia al cliente fra sconti e promozioni

FIUME Messo in ginocchio dalla pandemia, il turismo croato - al quale il Pil del Paese deve il 20 per cento - cerca di ripartire in ogni modo. In questo momento circa un quinto degli alberghi ha aperti i battenti: si tratta di 251 strutture sul totale delle 1.170 disseminate in tutto il Paese, con la maggior parte degli hotel situati in Dalmazia, Istria e Quarnero. Dei 500 campeggi ne sono invece a disposizione poco meno di un terzo.

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L'anno scorso, in questo stesso periodo, praticamente tutte le strutture ricettive erano in funzione, e ospitavano circa 315 mila turisti. A oggi in Croazia si regista la presenza di 33 mila ospiti, 21 mila dei quali hanno il passaporto straniero mentre gli altri sono di cittadinanza croata. «Siamo al 10 per cento di arrivi su base annua», annota dunque il direttore dell’Assoturistica croata, ed ex ministro del Turismo, Veljko Ostojić, secondo il quale vista la situazione «si tratta di un buon punto di partenza». Ma «i risultati potrebbero lievitare dopo il 15 giugno - aggiunge - data nella quale attendiamo una maggiore permeabilità dei confini croati e la riapertura di un discreto numero di hotel, campeggi e di altre strutture ricettive. Certo, se qualcuno ci avesse detto due mesi fa che a inizio giugno il Paese avrebbe registrato la presenza di 33 mila turisti non ci avremmo creduto».

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In Istria, precisa ancora Ostojić, sono operativi a oggi 30 hotel e 41 campeggi, mentre il Quarnero offre la disponibilità di 41 hotel e 33 campeggi. L’interesse - ammette il direttore dell’Assoturistica croata - è ancora piuttosto cauto, ed è difficile lanciarsi in pronostici: «La cosa ormai certa è che non potremo confrontarci con i record delle stagioni passate: dobbiamo invece combattere per ogni singolo ospite, per ogni pernottamento. Tireremo le somme alla fine».



Intanto il management di diverse strutture sta cercando di salvare il salvabile ricorrendo a una serie di formule promozionali. Qualche esempio? Al Valamar Diamant di Parenzo si propongono sconti del 10 per cento per le stanze di livello più elevato; al Bellevue di Lussinpiccolo il ribasso arriva fino al 20%, sempre per alcuni tipi di sistemazioni, fino al 10 luglio; anche il lussignano hotel Aurora taglia i prezzi del 20% fino al 10 giugno per praticare poi altri sconti nei periodi successivi. Ad Abbazia, al Grand hotel Palace si riesce a spuntare un ribasso del 15% da questo fine settimana a metà dicembre, ma condizione di prenotare entro metà mese. E da Veglia a Zaravecchia, da Cittanova a Fasana di esempi simili se ne potrebbero fare davvero molti, anche per quanto riguarda i camping.

Il ministro del Turismo, Gari Cappelli, che di recente aveva parlato di un 30 per cento di presenze rispetto a quelle dello scorso anno come traguardo minimo da raggiungere, commentando lo scenario attuale si è soffermato negli ultimi giorni sulla situazione epidemiologica nel Paese, affermando che la Croazia – a differenza di quanto successo in Italia, Spagna e Francia, secondo la sua opinione - ha impedito in tempo che le conseguenze del coronavirus divenissero drammatiche. E «questo quadro può essere il nostro trampolino di lancio», ha concluso. —


 

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