Croazia, anche le pulitrici reduci di guerra
TRIESTE. Hanno un loro ministero, hanno esultato rigorosamente in mimetica e basco al rientro in patria dei generali Gotovina e Marka›. E ora, sull’onda del risveglio nazionale croato, chiedono che i loro diritti vengano rispettati, che le loro pensioni non vengano tagliate dalla scure della crisi economica del Paese. Ma soprattutto vogliono che si faccia chiarezza sul Registro nazionale dei reduci della Guerra patria (1991-1995). Finora il documento è rimasto segreto ma il governo Milanovi„ assicura che sarà reso pubblico alla fine di dicembre. E già infuria la polemica. Sì, perché secondo fonti ben informate il Registro conterrebbe ben 500mila nominativi. «Se fossi stati in tanti - commenta con malinconica ironia il veterano Vinko Topi„ - avremmo liberato non solo la Croazia, ma il mondo intero».
E che nel Registro ci sia anche qualche “imboscato” lo conferma lo stesso ministro per i Reduci, Predrag Mati„ il quale rassicura tutti sul fatto che nessun diritto acquisito sarà toccato nonostante «nella lista ci sia in effetti - ammette Mati„ - molti che non potrebbero fregiarsi del nome di combattenti». Sul numero dei reali difensori della Patria da anni si sta svolgendo un aspro dibattito nel Paese. Molti reduci e tra di essi anche alcuni alti ufficiali hanno più volte ribadito agli organi governativi che qualsiasi cifra che superi le 350mila unità esula nel campo della fantascienza. Cifra presa per verosimile dallo stesso defunto presidente Franjo Tudjman.
Eppure ancora oggi si parla con insistenza dello Stato che tutela persone che il fronte lo hanno visto solo in fotografia. E il governo ha sempre ammesso che nel Registro ci sono anche coloro i quali svolgevano compiti scritturali e le donne delle pulizie delle varie strutture militari e dei comandi. Così si viene a sapere che nella fantomatica lista ci sarebbero almeno 5mila nomi di persone che sono rimaste arruolate per soli 5 giorni. Tra questi 350 sarebbero rimasti nei ranghi dell’esercito per un giorno solo, il tempo necessario per essere riformati. Ma ci sono pure 20mila soldati che sono stati inquadrati nei ranghi di difesa per soli 15 giorni.
Quella di pubblicare il Registro è una promessa che il governo Kukuriku vuole onorare anche su espressa richiesta del capo dello Stato, Ivo Josipovi„, ha spiegato il ministro Mati„ ribadendo che anche a lui «sembra strano che 150mila persone si siano ricordate solo dopo la guerra di aver combattuto». A fine dicembre il mistero sarà svelato. E, viste le premesse, ci sarà molto lavoro per i giudici.
@ManzinMauro
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo