Croazia, ai valichi controlli sanitari sugli italiani in arrivo da regioni a rischio Coronavirus

ZAGABRIA. Controlli sanitari alle frontiere terrestri e aeree e nei porti su tutte le persone – croati e non - che provengano dalle regioni del Nord Italia considerate a rischio coronavirus. E se gli esaminati, stranieri inclusi, mostreranno sintomi sospetti, sono possibili scelte drastiche, non esclusa quella dell’isolamento in ospedali croati.
È quanto ha deciso ieri, lunedì 24 febbraio, la Croazia come contromisura all’estendersi dei contagi del virus nel Nord Italia e per impedire l’arrivo della malattia nel Paese. Le misure – che di fatto rappresentano un’estensione di quelle già in vigore da un mese per chi arriva dalla Cina o Corea del Sud, ha precisato la numero uno dell’Unità di crisi per la prevenzione del contagio da coronavirus, Maja Grba Bujević - sono state annunciate ieri dal ministro della Salute croato, Vili Beros.
A chiarirne l’impatto sui nostri connazionali è stata in serata l’Ambasciata italiana a Zagabria. Cosa aspettarsi dopo essere usciti dalla Slovenia, a un posto di confine croato? Tutte le persone provenienti dall’Italia saranno «sottoposte a verifiche relative a località di origine, località di destinazione e durata della permanenza in Croazia», ha spiegato in una nota l’Ambasciata. Quelle provenienti dalle 4 regioni italiane considerate a rischio, ossia Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, saranno subito «sottoposte a controlli sanitari» alla frontiera.
A effettuarli sarà uno dei tanti team medici, con epidemiologi e infettivologi al seguito, che sono stati resi operativi già ieri mattina in tutti i varchi di frontiera croati al confine con la Slovenia. Medici che accerteranno l’eventuale presenza di sintomi influenzali, come febbre e tosse, sui viaggiatori. Quelli asintomatici saranno ammessi in Croazia, ma se la loro intenzione è rimanere nel Paese dovranno sottoporsi «per 14 giorni ad obbligo quotidiano di verifica del proprio stato di salute da parte dell’epidemiologo» - lo stesso vale per i cittadini croati - «e di comunicazione dei propri spostamenti», ha fatto sapere l’Ambasciata.
Chi è sano e soltanto in transito in Croazia potrà «effettuare l’ingresso e l’uscita dal Paese in giornata», senza ulteriori controlli. Le cose cambiano – e di molto – per chi manifesterà forti sintomi influenzali. Costoro, infatti, verranno posti «in immediato stato di isolamento nei reparti di infettivologia costituiti ad hoc presso gli ospedali croati», ha annunciato la nostra Ambasciata. Lo stesso destino toccherà ai cittadini croati che mostreranno sintomi sospetti, hanno spiegato intanto i media locali.
Potrebbero però esserci anche soluzioni meno drastiche. Una l’ha suggerita Krunoslav Capak, direttore dell’Istituto croato per la salute pubblica (Hzjz), citato sul sito del governo croato. Se gli esperti riscontreranno che uno straniero in ingresso «è malato, non potrà passare la frontiera», ha aggiunto, suggerendo quindi anche l’ipotesi di un semplice respingimento. Le misure sicuramente impatteranno non solo su turisti stranieri, ma anche sui tanti transfrontalieri. Sono 3-400 al giorno solo da Pinguente/Buzet, ha segnalato ieri il Glas Istre, «partiti ieri mattina e che si chiedono come sarà il ritorno», scriveva ieri il quotidiano istriano.
Ma se è solo la Croazia a muoversi con provvedimenti radicali contro il virus, l’intera area è in allerta. La Slovenia – in area Schengen – attende di capire l’evolversi della situazione, senza escludere neppure la chiusura dei confini, se necessario, ha suggerito ieri il premier Marijan Šarec: Ma per ora non sono state prese contromisure particolari, come è emerso in serata dopo un Consiglio di sicurezza nazionale.
La Serbia (così come ha fatto la Croazia) ha sconsigliato intanto ieri le gite scolastiche nel nostro Paese a causa dell’epidemia in corso e, in generale, tutti i viaggi in Italia, mentre il ministero della Sanità ha annunciato maggiori controlli a tutti i valichi sui viaggiatori in arrivo dall’Italia. Lo stesso hanno fatto la Federazione croato-bosgnacca, in Bosnia e la Macedonia del nord, mentre il Montenegro ha detto ai suoi cittadini di non recarsi in Italia se non in casi di assoluta necessità. Vigilanza rafforzata anche in Albania, che ha collegamenti particolarmente frequenti e intensi con l’Italia.
Oggi ci sarà anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio con quello della Sanità Roberto Speranza, alla riunione con i ministri della Salute dei Paesi confinanti con l'Italia, indetta per affrontare l'emergenza coronavirus: presenti il Commissario Ue alla Salute Stella Kyriakides e i rappresentanti di Austria, Francia, Slovenia e Svizzera, monché i ministri della Salute di Croazia e Germania.
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