Crismani, trasloco tardivo Ruspe a maggio a Portocittà
di Gabriella Ziani
Per gli “sfrattati” da Porto vecchio, la ditta Crismani che è l’operatore ecologico di tutte le navi che attraccano in porto e che solo grazie a una proroga dell’ultimo minuto ha il permesso di restare fino al 31 gennaio, si risolve un problema e se ne apre un altro. Un’azienda tra due fuochi, Autorità portuale e concessionari di Porto vecchio. Con molte spese, l’orologio che cammina, e una certa esasperazione.
Solo ieri, dopo che inutilmente per mesi la ditta aveva chiesto un’altra adeguata zona portuale in cui trasferirsi per lasciare libere le banchine passate a Rizzani-De Eccher, è stato raggiunto un accordo di massima con l’Autorità portuale. Si può cominciare a trattare per ottenere le aree sul canale navigabile, come chiesto (da tempo) dall’azienda. Una riunione è fissata per il 7 febbraio. Quando la proroga allo sfratto sarà già scaduta.
Crismani, in questo breve frattempo, ha acquistato capannoni e magazzini nella zona. Quelli abbandonati dalla ditta di funi fallita qualche anno fa. «Abbiamo speso già 2 milioni di euro - racconta Alessandro Bullo, l’amministratore delegato -, ma molti altri costi dovremo sostenere per attrezzare le nuove banchine. Impensabile che questo accada in pochi minuti. Ci sono lavori da fare. Non potremo lasciare Porto vecchio prima del prossimo dicembre. E qui - prosegue Bullo - abbiamo incontrato il fermo “no” della Portocittà, che vuole l’area libera assolutamente entro maggio, abbiamo di fronte un muro. Che fare? Mi vogliono congelare l’attività per oltre 6 mesi? Se sarà così, mi pagheranno anche i danni».
Prosegue Bullo: «Situazione incredibile, perché è dal 2003, quando all’Autorità portuale c’era Maurizio Maresca, che chiediamo una sede alternativa, il problema è stato sempre posticipato, ed eccoci qui, fuori non per colpa nostra da tutti i termini. È l’Autorità portuale che deve fare da arbitro adesso fra noi e i concessionari. Negli altri porti aziende di servizio come la nostra vengono corteggiate, qui continuamente osteggiate».
«È precisamente dal 25 maggio 2012 che noi abbiamo diritto, secondo gli accordi di concessione, ad avere libere quelle aree destinate a uno dei porticcioli nautici di Porto vecchio - risponde Luca Fantin, direttore immobiliare di Portocittà -, capisco che le cose si stanno sormontando, ma da un lato c’è il nostro diritto, e dall’altro la certezza dei tempi, che è importante. Quella certezza che, dall’inizio dei lavori in poi, verrà chiesta a noi».
La porta però non è chiusa: «Un accomodamento, se ci verrà chiesto, si troverà, avremo un incontro la prossima settimana - prosegue Fantin -, magari spostando più in là gli spazi operativi della Crismani. Perché ci farebbe oltretutto anche piacere avere quel bacino libero per l’estate». Ruspe? Non ancora. «Vorremmo farne un uso provvisorio di attracco alle banchine, e poter organizzare manifestazioni estive, inoltre anche se l’inizio lavori è in calendario per il 2013, proprio le operazioni sui porticcioli ci piacerebbe anticiparle». Come conciliare le esigenze? «L’Autorità portuale è libera di fare proposte, noi di valutarle - dice Fantin -, ma ci interessa che Porto vecchio abbia un circolo virtuoso e non vizioso. Ascolteremo, nei limiti del possibile analizzeremo le richieste».
Intanto Portocittà sta sbrigando autorizzazioni e pratiche burocratiche per avviare la riqualificazione dell’area. Sta per chiedere alla Regione, sulla base dei documenti già pronti, se per i porticcioli è necessaria o meno la procedura di Valutazione d’impatto ambientale. Se la risposta sarà “no”, basterà il progetto esecutivo, e i tempi di inizio lavori saranno brevi. Se invece sarà “sì”, ce ne vorrà del tempo. «Fa parte dei rischi, in imprese del genere» è la conclusione di Fantin.
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