Crisi Tex Giulia: personale ridotto ai minimi termini

Correva l’anno 2005. E analizzando assieme ai sindacati la situazione del comparto tessile scrivemmo: “Il settore si sta azzerando nella nostra provincia: tranne alcune aziende come la Tex Giulia e altre realtà più piccole il tessile sta diventando un comparto in via d’estinzione”. Insomma, la realtà produttiva di Piedimonte era un fiore all’occhiello e pareva essere immune dalla crisi.
Sono passati esattamente dieci anni da quel servizio e nubi nerissime continuano ad addensarsi sul futuro proprio della Tex Giulia, azienda produttrice di cotone, filati e tessuti che fa parte del gruppo Gabel. A lanciare l’allarme (forte e chiaro) i sindacati, nella persona di Mauro Ferrante della segreteria regionale della Femca-Cisl e di Livio Menon della Filctem-Cgil. Sono loro a ripercorrere gli ultimi, preoccupanti sviluppi che sembrano mettere a repentaglio il futuro stesso dell’azienda.
«Gli ultimi sviluppi? Abbiamo firmato il contratto di solidarietà per i 24 dipendenti “superstiti”: la misura avrà una durata di dodici mesi - fa sapere Ferrante -. Gli operai lavorano oggi nel reparto di filatura che è l’unica unità che continua ad essere operativa dopo la chiusura di filatura e finissaggio. Che dire? La situazione non è tale da indurre all’ottimismo. Anzi, vi dirò di più: se le cose non si risolleveranno, andiamo verso la chiusura dello stabilimento». Domina il realismo nelle parole di Ferrante. Che aggiunge: «Il contratto di solidarietà era l’unica strada percorribile in questa fase. Viviamo in un momento storico in cui arriva dalla Turchia un cotone migliore che costa il 30 per cento di meno. Capite che in questa situazione le realtà produttive italiane non sono più competitive». Alla firma dell’accordo per i contratti di solidarietà avvenuta nella sede di Confindustria Gorizia c’era anche il referente di Gabel Group, Ennio Montrasio, che ha seguito sin da subito l’evolversi della vicenda.
Livio Menon della Cgil è meno esplicito ma anche dalle sue parole traspare grande preoccupazione. «I costi fissi sono pesanti. L’azienda ha deciso, comunque, di scommettere ancora sul sito goriziano ma se le cose continueranno ad andare avanti così...». Riguardo al contratto di solidarietà, il sindacalista non ha dubbi: «L’unica cosa che potevamo fare era prendere tempo. Per dodici mesi i dipendenti della Tex Giulia continueranno a lavorare, poi si vedrà. Oggi, oltre ai 24 che hanno sottoscritto il contratto di solidarietà, ci sono altre 7 figure dirigenziali. L’organico, dunque, è di 31 unità complessivamente». Ma è ben poca cosa considerato che nell’ultimo triennio si è assistito ad una continua e irrefrenabile erosione di posti di lavoro. Alcuni numeri. Tre anni fa, Tex Giulia aveva un’ottantina di dipendenti, ridotti poi a 54, per arrivare ai 31 attuali. «In pratica, si è proceduto all’eliminazione dei due terzi delle maestranze di un tempo», allarga le braccia Menon della Cgil.
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