Crisi istituzionale, guerra di dichiarazioni anche in Fvg

TRIESTE. Lo scontro istituzionale si riverbera nelle dichiarazioni che via social giungono dal mondo politico del Fvg. Il governatore Massimiliano Fedriga dapprima ritwitta Matteo Salvini («L’Italia non è una colonia, non siamo schiavi di tedeschi o francesi, dello spread o della finanza. A questo punto, con l’onestà, la coerenza e il coraggio di sempre, la parola deve tornare a voi!») e poi posta un’unica frase: «Sono molto preoccupato della deriva che ha preso il Paese. Quando il volere del popolo non lo si rispetta significa che la democrazia viene meno».
Sulle barricate Pierpaolo Roberti: l’ex vicesindaco leghista di Trieste, ora assessore regionale annota: «Mattarella chiama Cottarelli per incontro domattina. Giletti: “Quello che non è riuscito a fare la spending review, adesso dovrebbe fare il Presidente”. Comunque almeno sappiamo che, dovesse avere i numeri, sarà chiaramente un maggiordomo della Merkel».
Dalla Lega a M5S, di volontà popolare parla anche il vicepresidente del gruppo pentastellato in Senato Stefano Patuanelli: «Il Presidente Mattarella ha detto di non aver messo veti sui nomi. Ha fatto molto peggio, ha interferito con le decisioni politiche di una potenziale maggioranza di governo decidendo che alcuni temi non possono essere nell'agenda di governo. Nonostante la volontà popolare. Penso che si sia passato il limite».
Per l’ex governatrice oggi deputata Pd Debora Serracchiani, «era tutto studiato a tavolino: hanno creato un percorso obbligato per evitare di fare il governo e buttare la colpa addosso a Mattarella. Nessuno creda che si fa saltare un Governo per Savona ministro». «Salvini e Di Maio - prosegue Serracchiani - hanno mostrato che sono capaci di tutto, anche di far fuori Giorgetti dal governo pur di andare allo sfascio». Per Serracchiani «sono traditori dei loro elettori e distruttori del Paese: avevano l'opportunità di provare a mantenere le loro promesse e invece lasciano l'Italia senza guida. E sparano su Mattarella perché difende la Costituzione da potenziali fuorilegge. Questi sono una mina infilata nella democrazia».
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