Crisi Flex, sabato il corteo a Trieste: «Difendiamo il territorio»

Parte oggi il volantinaggio. Manifestazione al via alle 9.30 da piazza Oberdan. Attese anche Confindustria e Regione. Il centrosinistra: «Partecipi tutta la città»

Giorgia Pacino
La protesta davanti alla Flex dello scorso 27 gennaio foto Silvano
La protesta davanti alla Flex dello scorso 27 gennaio foto Silvano

È tutto pronto per la mobilitazione di sabato 8 febbraio, in difesa dei lavoratori della Flex e del futuro industriale del territorio. Da oggi fino a venerdì i sindacati faranno volantinaggio per invitare i triestini a unirsi alla manifestazione. L’obiettivo è coinvolgere la cittadinanza in vista del tavolo convocato al Mimit il 12 febbraio.

Il concentramento è previsto per le 9.30 in piazza Oberdan. Da lì, intorno alle 10, partirà il corteo che sfilerà lungo via Carducci fino a piazza Goldoni, per poi proseguire su corso Italia e concludersi in piazza della Borsa, dove si terranno i comizi di tre delegati dei lavoratori di Flex, U-blox e Tirso e dei rappresentanti di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uil.

«Ci aspettiamo che la città risponda come con Wärtsilä. Abbiamo visto che, quando siamo tutti uniti – organizzazioni industriali, politica, lavoratori e città – abbiamo una forza diversa al tavolo. Ci auguriamo che con questa manifestazione cambi qualcosa», è l’auspicio di Alessandro Gavagnin della Fim Cisl. A preoccupare gli organizzatori della manifestazione – intitolata, non a caso, “Industria, lavoro e territorio” – non è solo il futuro della Flex e delle altre vertenze, ma «il percorso di impoverimento dell’intera area», spiega Antonio Silvestri della Fiom Cgil.

La crisi «riguarda tutta la società e ci dice della necessità di investimenti su lavoro, innovazione e ammortizzatori sociali e di norme che impediscano le delocalizzazioni e i licenziamenti. Servono iniziative straordinarie: il lavoro si deve difendere con tutti i mezzi». «Difendere l’industria è difendere il territorio», ribadisce Antonio Rodà della Uil. «Non è una manifestazione contro qualcuno o qualcosa – precisa – ma per sensibilizzare l’opinione pubblica: se l’industria sparisce dal nostro territorio, ciò avrà effetti sullo stato di salute della comunità intera. Vogliamo ribadire che l’industria ha ancora uno spazio importante, perché non ci sia la facile tentazione di sostituire tutto con il turismo».

La manifestazione è promossa dai tre sindacati confederali, con l’adesione di Usb e Ugl, e vedrà sfilare anche il gonfalone di Confindustria. Prevista anche la partecipazione della Regione, con l’assessore al Lavoro, Alessia Rosolen, attesa all’inizio del corteo. Ieri la mobilitazione ha incassato l’adesione compatta del centrosinistra, che ha rilanciato l’appello dei sindacati con un comunicato congiunto firmato da Partito democratico, Adesso Trieste, Punto franco, Movimento 5 stelle, Rifondazione comunista e Azione.

I sottoscrittori denunciano «la progressiva deindustrializzazione del territorio giuliano», «la scarsa coscienza civile» di una classe imprenditoriale «ingenerosa verso le comunità» e le scelte di «una parte della classe politica tese a privilegiare uno sviluppo non equilibrato delle forze produttive» e «inadempiente nel sostegno alla manifattura». Per il centrosinistra, «un Paese e una città che non producono più sono destinati a una crisi sempre più acuta». Per questo i firmatari invocano «un serio e articolato intervento statale e delle istituzioni locali», «per sostenere un lavoro di qualità e correttamente retribuito». —

 

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