Crisi Flex, l'azienda annuncia la cessazione da subito degli 80 interinali: muro di istituzioni e sindacati

Le segreterie territoriali: «Presentato un piano industriale che fa acqua da tutte le parti. Di fatto confermano senza dirlo apertamente che è in corso una delocalizzazione». Il tavolo per la trattativa proseguirà venerdì mattina

TRIESTE. «L'azienda ha presentato un piano industriale che fa acqua da tutte le parti. Di fatto confermano senza dirlo apertamente che è in corso una delocalizzazione». Lo affermano in una nota congiunta Le Segreterie Territoriali di Fim Fiom Uilm Usb Ugl e le Rsu di Flex commentando l’esito del tavolo sulla crisi dello stabilimento triestino della Flex che si è svolto nel pomeriggio di giovedì 19 maggio.

Il vertice, in videoconferenza, ha coinvolto ministero dello Sviluppo economico, governo, Regione Fvg, Confindustria, organizzazioni sindacali (Fiom, Fim, Uilm, Usb e pare Ugl) e la rappresentanza dell’azienda. Un appuntamento ritenuto di importanza fondamentale nell’ambito del confronto sul futuro occupazionale e produttivo della fabbrica triestina.

«La volontà dell'azienda è di investire sull'hub logistico, le attività di mecatronica e riparazioni cliente - prosegue la nota -. Cose già note da anni. Confermata la volontà di trasformare, mandando via, attività a minor valore aggiunto come collaudo e assiemaggio (attività per conto Nokia) che occupano la maggior parte dei lavoratori. Questo nelle intenzioni dell'azienda produce un esubero occupazionale che vorrebbero gestire con ammortizzatori sociali e incentivi. L'azienda ha confermato di aver già dato comunicazione alle agenzie interinali la cessazione del rapporto di collaborazione».

«Noi abbiamo ribadito la nostra netta contrarietà ad un piano industriale vuoto di contenuti – continua la nota – e abbiamo dichiarato inaccettabile qualsiasi ipotesi di esubero. Abbiamo chiesto un forte intervento delle istituzioni. Governo in primis. Va tutelato il sito, strategico per il nostro paese, e le sue maestranze. Giudichiamo come gravissimo il fatto che l'azienda abbia dato comunicazione di voler disdettare i contratti di somministrazione. Questo nonostante l'appello della Regione e Mise alle "bocce ferme" sull'occupazione. Sindacato e istituzioni hanno chiesto il ritiro immediato degli esuberi, già comunicato, dei lavoratori interinali. L'azienda ha chiesto un giorno di tempo per valutare». Il tavolo si aggiorna questo venerdì mattina alle 9. A seguire l'assemblea generale alle 11.

LA POSIZIONE DELLA REGIONE

«Il sito di Trieste della Flextronics, che l'azienda definisce strategico per il Friuli Venezia Giulia e polo di eccellenza tecnologica e produttiva a livello europeo, è tale a condizione che vi sia il mantenimento quantomeno degli attuali livelli occupazionali e, in tal senso, l'attenzione della Regione rispetto al suo futuro sviluppo non può che essere alta» rimarca in una nota la Regione Fvg. Al tavolo, per l’amministrazione regionale, ha partecipato l’assessore al Lavoro Alessia Rosolen.

«Istituzioni e organizzazioni sindacali hanno evidenziato la necessità di potersi confrontare sui contenuti del piano industriale per lo stabilimento di Trieste – continua la nota della Regione – congelando qualsiasi iniziativa unilaterale a partire dalla disdetta dei contratti commerciali con le due agenzie che somministrano gli 80 lavoratori interinali all'interno dello stabilimento.

Quanto riferito dall'azienda sul piano industriale, che delinea prospettive di sviluppo, non pare coerente con politiche di riduzione degli organici. Tanto più alla luce della riconfermata strategicità del sito di Trieste da parte dell'azienda, che ha escluso ipotesi di chiusura o di cessione. L'evoluzione tecnologica citata dall'azienda come una delle concause dell'attuale situazione deve invece costituire un elemento di rilancio e di crescita della strategia aziendale e in tal senso troverà la piena disponibilità delle istituzioni nel sostenere tale prospettiva di espansione».

L'assessore al Lavoro ha infine evidenziato la piena sintonia di vedute con il Mise che ha fin da subito condiviso la posizione per cui qualsiasi tipo di intervento non può che basarsi sulla qualità e sul numero degli occupati e su nuovi progetti di sviluppo da parte dell'azienda.

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