Crisi, dal giudice per intascare i soldi delle rate condominiali
Non ci sono nemmeno i soldi per pagare le spese condominiali e c’è il boom di decreti ingiuntivi. A Trieste, causa la crisi, si registra ormai anche questo fenomeno. Fenomeno che negli ultimi anni da marginale si è trasformato in una vera emergenza sociale. Con persone debitrici anche solo di qualche centinaio di euro che si vedono pignorare la casa.
Si valuta che in città le famiglie morose, che non riescono a far fronte a questo tipo di pagamenti, siano aumentate nell’ultimo anno del 20 per cento. «Purtroppo l’incremento di condomini morosi nei riguardi delle spese condominiali si sta facendo sempre più serio – ammette Alberto Cantarini, titolare dell’ amministrazione stabili Tergeste – meno male che la maggior parte dei condomini utilizza attraverso l’amministratore il sistema “conto terzi” che consente di tamponare momentaneamente eventuali scoperti. Se la morosità però si protrae il problema si risolve in tribunale».
Quello del mancato pagamento delle spese condominiali di un inquilino finisce per diventare un problema che non riguarda solo il diretto interessato, ma anche tutto il palazzo. Se un inquilino non paga le spese comuni, sono infatti costretti ad accollarsele gli altri. E non è possibile fare altrimenti perché vige il principio solidaristico tra condomini. Ma a volte il surplus di spesa supera abbondantemente i mille euro l’anno, soprattutto se nelle spese condominiali è compreso anche il riscaldamento. E dopo aver provveduto a molteplici solleciti, l’unica arma per gli inquilini di recuperare il credito diventa quella di chiedere il pignoramento dell’appartamento.
L’avvocato Stefano Sabini è uno dei professionisti ai quali il giudice Giovanni Sansone del Tribunale di Trieste conferisce la delega alla vendita degli immobili all’asta: «La crisi sta colpendo tutti i settori - sostiene – ma c’è un incremento consistente, intorno al 20 per cento, di amministratori di stabili costretti a ricorrere al pignoramento dell’immobile per ottenere quanto dovuto dai condomini».
«Purtroppo il fenomeno c’è – spiega Giorgio Gal dell’amministrazione Immobiliare 90 – e io per evitare brutte sorprese tendo a far pagare una rata anticipata sulla prossima gestione. Nel caso un condomino però diventi comunque moroso prima invio un invito al pagamento, poi un secondo più energico e infine ricorro al decreto ingiuntivo».
Di solito per gli amministratori di stabili quella del pignoramento è l’ultima spiaggia: «Perché – spiega Cantarini – un decreto ingiuntivo costa almeno 800 euro. Il precetto poi altri mille, la pubblicità della vendita all’asta ulteriori 2 mila.
In pratica per tentare di recuperare poche centinaia di euro si finisce per pagarne oltre 5 mila. Per questo molti amministratori prima tentano il possibile «Solitamente si procede dopo un paio d’anni di spese non pagate — spiegano gli amministratori di stabili — tuttavia dipende dalle situazioni.
Se vediamo che uno fa il possibile per rientrare o sta attraversando una momentanea difficoltà economica, cerchiamo di andargli incontro. Quando, invece, non c’è proprio volontà di pagare, allora bisogna passare alle vie legali».
La spesa più imponente alla quale si trovano a fra fronte molti stabili è quella del riscaldamento: «E’ quella che incide maggiormente e non può venir rimandata – osserva Cantarini – come pure quella relativa all’assicurazione».
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