Crisi Burgo, garanzie della proprietà per il rilancio produttivo a Duino

L’ad Spinoglio nella sede Assindustria: prevista una newco e l’ingresso di Friulia. Verso la riconversione della «Linea 2»
Lasorte Trieste 13/02/19 - Piazza Casali, Presidio Lavoratori Cartiera Burgo
Lasorte Trieste 13/02/19 - Piazza Casali, Presidio Lavoratori Cartiera Burgo

Crisi Burgo, le 24 ore di sciopero tra ingiustizia e tristezza

TRIESTE Il dialogo tra Giulio Spinoglio e i sindacati, per cercare di rilanciare metà Cartiera del Timavo, sembra ben instradato. Sembra, perchè tra il dire e il fare c’è di mezzo, come sempre, il mare. Il primo incontro ufficiale, svoltosi ieri mattina a palazzo Ralli sede confindustriale triestina, ha consentito alle parti di impostare un cronoprogramma di massima, che scandirà da qui a un anno l’auspicabile riconversione dell’ormai celebre “linea 2” chiusa da Burgo tre anni addietro. Per ora si tratta di impegni sulla parola, che andranno codificati con apposito protocollo entro metà marzo.

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Comunque il percorso di massima è tracciato. Ecco le principali tappe indicate dal proprietario della Cartiera di Ferrara durante una riunione alla quale, oltre a Spinoglio e ai sindacati territoriali-“rsu”, hanno partecipato Confindustria, con il direttore Battilana, e la Regione, con i funzionari Lucio Penso (Attività produttive) e Luca Antonicelli (Lavoro). Assente Burgo, che si è clamorosamente chiamata fuori dal gioco, perlomeno per quel che concerne la questione occupazionale.



Il primo significativo atto sarà la costituzione di una nuova società (di seguito newco), che nella fase iniziale verrà partecipata al 100% dalla Cartiera di Ferrara. In un secondo tempo entreranno Friulia e - con una quota del 3,5% - la stessa Burgo, che continuerà a condurre la “linea 3” e con la quale Spinoglio dovrà coabitare nell’ampio recinto industriale alle foci del Timavo. Intanto si provvederà a concretizzare le trattative con Mediocredito Fvg e con Invitalia (Mise) per la parte finanziaria.

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Il secondo atto, situabile tra maggio e giugno, riguarderà la richiesta dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia): si rammenta che la Regione ha già concesso disco verde sull’impianto di pirogassificazione. Spinoglio intende aspettare un paio di mesi per vedere che non vi siano ricorsi sulla decisione regionale.

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Con questo passaggio eco-amministrativo decollerà anche il business plan, la cui realizzazione impegnerà 9-12 mesi: naturalmente l’ordine e la costruzione del nuovo impianto, chiamato a sfornare cartone di imballaggio, sarà il punto centrale della stagione. Nell’estate 2019 ferri in acqua anche sul versante occupazionale: Spinoglio ha detto che 30 degli 87 licenziati andranno a Ferrara per un primo ciclo formativo. Ma l’impegno dell’imprenditore è di assumere tutti i licenziati da Burgo entro la primavera 2020.

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L’iter, tracciato da Spinoglio, sarà oggetto di periodici confronti a palazzo Ralli. Giuseppe Berardi (Cisl), Michele Piga (Cgil), Luca Mian (Uil) hanno sottolineato che gli 87 esuberi Burgo saranno ricollocati nella newco «in continuià di condizioni normative e salariali, senza job act». Il problema è che, aldilà di queste assicurazioni, il 18 marzo i lavoratori, i quali non abbiano accettato il trasferimento in altri siti Burgo (c’è tempo fino al 22 febbraio), resteranno a piedi e dovranno arrangiarsi per parecchi mesi, sperando che Spinoglio compia quanto annunciato.

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Tutto bene? A parole sì. Dovranno seguire i fatti. Spinoglio, che non ha voluto rendere dichiarazioni, se ne è ben guardato dal fare numeri: capitale sociale newco, share di Friulia, risorse Mediocredito e Invitalia.

Fuori dai cancelli di palazzo Ralli il presidio formato da una quarantina di lavoratori Burgo. La delegazione sindacale li ha informati sull’andamento dell’incontro: il riscontro è parso talmente positivo che i portavoce sono stati perfino applauditi. Mentre i sindacalisti parlavano, Spinoglio è uscito in auto, una 4x4 scura, passando attraverso i quieti presidianti: «Adelante, Pedro, con jucio». —


 

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