Cresce il debito delle famiglie: Trieste la più “virtuosa” del Fvg

Nel capoluogo giuliano e a Gorizia gli impieghi sono inferiori a quelli delle province friulane. L’aumento medio dell’esposizione è dell’1,7%

TRIESTE. Le famiglie italiane sono mediamente sempre più indebitate, e il Friuli Venezia Giulia non fa eccezione. Lievitano i passivi con le banche. Al 31 dicembre 2016, rispetto alla stessa data del 2015, la “esposizione” bancaria è aumentata dell’1,6%.

Nell’insieme i “passivi” accumulati con banche e istituti creditizi ammontano a 525,9 miliardi di euro. A dirlo sono i dati elaborati dall’ufficio studi della Cgia di Mestre: si parla di debiti originati dall’accensione di mutui per acquisti o ristrutturazioni di case, da prestiti chiesti per comprare auto e moto e beni mobili, da credito al consumo.

In questo quadro, il Fvg è pressoché in linea con l’aumento dell’esposizione a livello nazionale - +1,7% contro il +1,6% - ma l’indebitamento risulta comunque più basso: 19.481 euro contro i 20.341 della media italiana. E Trieste risulta la città più “virtuosa” in termini assoluti, con un indebitamento poco superiore ai 17mila euro che la pone al 60.o posto su 110 province.

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Un ragazzo davanti a una agenzia interinale, in una foto del 31 maggio 2010 a Pisa. Il tasso di disoccupazione nell'area Ocse ad aprile è rimasto stabile all'8,7%. Lo comunica l'organizzazione di Parigi aggiungendo che per l'Italia la disoccupazione è invece all'8,9%, in crescita rispetto dall'8,8% di marzo. I Paesi del G7 registrano complessivamente, sempre ad aprile, una disoccupazione all'8,4%, mentre più alto è il tasso di disoccupazione in Europa: 9,7% per l'Unione europea e 10,1% per Eurolandia. Solo per Canada e Stati Uniti sono disponibili i dati aggiornati a maggio. Nei due Paesi il tasso di disoccupazione il mese scorso si è attestato rispettivamente all'8,1% (invariato rispetto ad aprile) e al 9,7% (-0,2% rispetto al mese precedente). DBA/ FRANCO SILVI

Subito sopra c’è Gorizia - al numero 44 - mentre al numero 38 della classifica nazionale c’è Pordenone, seguita da Udine (43.a). Se invece si considera la variazione rispetto all’anno precedente, il 2015, ecco che il capoluogo giuliano e Udine sono le città dove è stato registrato il maggiore aumento di richiesta di crediti da parte delle famiglie, con rispettivamente un +1,9% e un +2%.

Per Gorizia le quote sono +1,6% e per Pordenone +1%. Complessivamente, il Fvg è al nono posto fra le regioni per livello di debito.

Un segnale sconfortante? No, anzi: «Sebbene lo stock dei debiti sia in aumento - affermano dalla Cgia -, la situazione rimane critica ma non drammatica». Il fatto è che «in larga parte l'incremento è riconducibile alla mini-ripresa registrata dai consumi interni.

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Nei primi sei mesi del 2016, ad esempio, i prestiti bancari alle famiglie consumatrici per l'acquisto delle abitazioni sono aumentati, rispetto l'anno precedente, dell'1,2% e quelli per il credito al consumo del 5,5%».

A confermarlo sono gli immobiliaristi Leonardo Piccoli, presidente Fiaip Fvg, e Stefano Nursi, presidente Fiaip Trieste. Si tratta di debiti, quelli contratti per i mutui, che gli esponenti delle associazioni dei Consumatori definiscono «meditati», per dirla con Angelo D'Adamo, presidente di Federconsumatori Trieste.

Al contrario del ricorso ai finanziamenti che spesso vengono richiesti per beni di entità “minore”, dall’elettrodomestico ai mobili: «C’è chi lo fa incorrendo spesso in errori di valutazione, tanto da ritrovarsi poi ad accumulare debito su debito, senza riuscire infine a farvi fronte».

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Si fa ricorso a prestiti per rateizzare beni come aspirapolveri, lavatrici, auto... Ma c’è chi si indebita anche per pagarsi cure mediche, saldare bollette arretrate, aiutare i figli.

Lo sottolinea Barbara Puschiasis, presidente della Federconsumatori Fvg, che racconta i tanti casi riscontrati di genitori che «preoccupati per il fenomeno della disoccupazione preferiscono indebitarsi per far studiare ulteriormente i propri ragazzi in modo che siano più competitivi sul mercato del lavoro.

Ma nella lista degli indebitati - aggiunge Puschiasis - ci sono anche «i 12.500 azionisti che hanno perso in Veneto banca e in Popolare di Vicenza patrimoni interi messi da parte, per cui ora chiedono fidi. O infine famiglie disoccupate che chiedono anche ai parenti di essere garanti».

Intanto in linea generale il segretario della Cgia Renato Mason spiega che «dal 2010 al 2016 la variazione del debito nazionale delle famiglie consumatrici è stata del +8,8% contro l'inflazione al +7,4% - dice -.

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Tuttavia, va segnalato che dopo il picco massimo toccato nel 2011 le esposizioni sono scese costantemente fino al 2014, per ritornare a salire negli anni seguenti fino a raggiungere il livello record di 525,9 miliardi di euro nel 2016».

L'interpretazione a livello territoriale la dà il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo: «Premettendo che le aree provinciali più appesantite dai debiti sono quelle che presentano i livelli di reddito più elevati - dichiara-, è evidente che anche in queste zone tra gli indebitati vi sono molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli.

Tuttavia, le forti esposizioni bancarie di questi territori, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare, non destano particolari problemi che, invece, scontiamo in altre aree del Paese, in particolar modo nel Sud». A livello territoriale le famiglie più in "rosso" sono ubicate in Lombardia.

Al primo posto ci sono quelle residenti nella provincia di Milano, con un debito di 29.304 euro; al secondo posto quelle di Monza-Brianza, con 28.901 euro e al terzo posto le residenti a Lodi, con 27.744 euro.

Le meno esposte in questa graduatoria, invece, sono le famiglie residenti nella provincia di Reggio Calabria, con un'esposizione di 10.037 euro, quelle di Vibo Valentia, con un debito di 9.284 euro, quelle di Ogliastra, con 9.151 euro. Infine, le famiglie meno indebitate d'Italia si trovano a Enna, con un "rosso" pari a 9.072 euro.

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