Crepaldi: "No alle scorciatoie che disdegnano il lavoro onesto"

Nell'omelia della messa di Natale a San Giusto, il vescovo ha invitato la comunità a impegnarsi contro "tutto quello che ci inganna e degrada" come anche "droga, alcol e gioco d'azzardo"
Il vescovo Crepaldi durante la messa a San Giusto (foto Lasorte)
Il vescovo Crepaldi durante la messa a San Giusto (foto Lasorte)

Un accorato appello contro "tutto quello che ci inganna e ci degrada". Un monito alla comunità a operare compatta per allontanare ciò "che irretisce la gioventù con l'offerta della droga e dell'alcol", ma anche quello "che inquina e corrompe la convivenza civile con la ricerca del denaro subito e tanto, procurato attraverso le scorciatoie che disdegnano le strade del lavoro onesto" e inoltre "quel fenomeno sociale rappresentato dal gioco d'azzardo, in crescita pericolosa anche nella nostra città, e che alimenta povertà morale e materiale, che mina le relazioni familiari e amicali, seminando solitudine, dipendenza e disperazione". Sono stati questi i passaggi chiave dell'omelia del vescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, durante la messa di Natale di oggi nella Cattedrale di San Giusto.

L'arcivescovo, celebrando "la nascita di Gesù, evento straordinario di amore e di speranza", ha augurato ai fedeli "un Natale sereno e pieno di speranza e di amore. Un augurio che vogliamo fare tutti insieme - ha aggiunto - ai bambini che, con la loro stessa vita, del Natale sono i primi e i destinatari privilegiati. Un augurio alle nostre famiglie e ai giovani, spesso travagliati dal drammatico problema della mancanza di lavoro. Un augurio al mondo del lavoro - imprenditori, operai e impiegati - affinché ritrovi i giorni della fiducia. Un augurio di serenità alle persone in malattia e alle molte persone anziane che spesso vivono come dentro un tunnel lungo e oscuro. Un augurio di amorosa prossimità a chi è solo e con il cuore vuoto di senso, a chi è escluso, a chi soffre l'emarginazione, a chi è nel bisogno estremo della solidarietà del prossimo". Crepaldi, che prima aveva richiamato le parole scritte nel Vangelo di Giovanni e quelle di San Leone Magno, ha rivolto un pensiero sentito con "un augurio di forza e di coraggio ai nostri fratelli e sorelle cristiani perseguitati in Iraq, in Nigeria, in India e in tantissime altre parti del mondo". Infine, per la città di Trieste ha auspicato "pace affinché imbocchi le strade dell'amicizia civile e dello sviluppo".

Più di qualche spazio vuoto in avvio di celebrazione, poi i posti a sedere sono stati riempiti quasi tutti. Poche le autorità presenti: solo l'assessore comunale Antonella Grim e il vicepresidente del Consiglio comunale Alessandro Carmi.

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