Crepaldi: «Blasfemo identificare Gesù con gay, pedofili e sardine»
TRIESTE. Un «attacco senza precedenti» andato «dispiegandosi in varie forme». Pure quella della «volgare e blasfema identificazione della persona di Gesù con l’essere gay, pedofilo e sardina». La denuncia, di monsignor Giampaolo Crepaldi, arriva nel giorno dell’Epifania, durante la messa nella chiesa di San Giacomo. Il vescovo di Trieste, nel sottolineare l’«esemplare professione di fede» dei Magi, con «atti di prostrazione, adorazione e donazione, in Gesù, il Dio-Bambino, Signore, Re e Salvatore di tutti e di tutto», spiega ai fedeli di avere constatato quell’attacco durante le feste natalizie.
Con tanto di «sofisticate interpretazioni dei testi scritturistici che lo hanno privato della natura divina». Nel mirino di monsignor Crepaldi «intellettuali liberal che, convinti di essere i depositari di non si sa quale arcana verità, pretendono di esercitare autorevolmente la missione di liquidare la regula fidei su Cristo alla quale ci riferiamo noi cristiani con la recita del Credo, naturalmente in nome del progresso umano di cui solo loro possiedono le chiavi di accesso. Sempre loro e sempre quelli, ogni anno a spararla più grossa, spacciando patacche cristologiche in nome del progresso».
A chi si riferisce il vescovo? Probabilmente, almeno per quel che riguarda il riferimento alle sardine, all’intervento di Dacia Maraini sul Corriere della Sera, alla viglia di Natale. La scrittrice ha sostenuto tra l’altro: «Oggi la novità del movimento ricorda alla lontana le parole di un pastore povero che a piedi nudi portava a pascolare le pecore». E ha poi contrapposto un Gesù-sardina buona a un Antico testamento-violento che proprio Gesù avrebbe riformato, scatenando lo sdegno della comunità ebraica.
Nell’accostare sostanzialmente la mobilitazione dei giovani alla “rivoluzione” di Gesù che riformò «la severa e vendicativa religione dei padri» dell’Antico testamento «introducendo per la prima volta nella cultura monoteista il concetto del perdono, del rispetto per le donne, il rifiuto della schiavitù e della guerra», Maraini ha pure scatenato la reazione della comunità ebraica.
«Capisco che si cerchi di sottolineare che il nuovo movimento politico che riempie le piazze porti una ventata di freschezza – ha replicato tra gli altri il capo rabbino di Roma Riccardo Di Segni –. Quello che mi riesce più difficile comprendere è che si debba per forza trovare nelle complesse anime di questo movimento un afflato religioso natalizio. A me, il Gesù-sardina, pare quasi una bestemmia».
Senza contestualizzare la sua critica, quindi senza citare né Maraini né chiunque altro, Crepaldi prosegue l’omelia assicurando che «noi cristiani continueremo invece ad essere fedeli a quella regula fidei su Cristo che una luminosa e santa tradizione ecclesiale custodisce e tramanda, imitando i Magi che adorarono il Dio vivente in quel Bambino, povero, umile, che giaceva in una mangiatoia e meritava tutta la loro adorazione, la loro fede e la loro preghiera, convinti che la vera signoria, quella che libera, promuove e salva, stava proprio lì e solo lì, in quell’umile Bambino, il Verbo fatto carne».
Nel conferire i ministeri del lettorato e dell’accolitato a Simone Bigi e Marco Eugenio Brusutti, il vescovo ha rivolto poi loro l’augurio a provare «quello che provarono i Magi al vedere la stella: una gioia grandissima per aver trovato Gesù. Solo lui può rendere felici. Inoltre, i Magi trovarono Gesù con Maria sua madre: sia così anche per loro e per tutti noi, perché chi trova Maria, trova Gesù».
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