Crepaldi: «Amato da tutti per la sua grande carità. Ha affrontato la malattia affidandosi al Padre»

L’arcivescovo esprime il cordoglio di tutta la Chiesa cittadina. Ricordi dalle istituzioni, dai collaboratori e dalla società civile
Lasorte Trieste 04/10/09 - S.Giusto, Cerimonia, Arcivescovo Crepaldi, Ravignani e Crepaldi
Lasorte Trieste 04/10/09 - S.Giusto, Cerimonia, Arcivescovo Crepaldi, Ravignani e Crepaldi

TRIESTE. La Chiesa e la città si stringono attorno al ricordo di monsignor Eugenio Ravignani. L’arcivescovo Giampaolo Crepaldi è il primo a richiamarne la statura, seguito nel corso della giornata da esponenti di tutte le istituzioni e della società triestina: «In questo tempo in cui noi cristiani celebriamo la vittoria pasquale della vita sulla morte – scrive Crepaldi –, il Signore ha chiamato a Sé Sua Eccellenza monsignor Eugenio Ravignani, vescovo emerito della nostra Diocesi e della Diocesi di Vittorio Veneto, dopo un periodo di sofferta malattia, affrontato con sereno e fiducioso abbandono alla volontà del Padre celeste».

Crepaldi ricorda l’arrivo a Trieste di Ravignani, ancora bambino, e la chiamata al sacerdozio: «“Don Eugenio”, come tutti affettuosamente lo abbiamo sempre chiamato, fu un amato e venerato testimone del Signore, sempre circondato dalla stima e dall’affetto di tutti per la sua grande carità, il suo amabile e arguto sorriso, la sua pazienza e delicatezza nei rapporti». L’arcivescovo conclude invitando alla preghiera: «Per il vescovo Eugenio si sono ora compiute le parole di San Pietro che avevano guidato il suo episcopato: Donec dies elucescat, Fino a quando non spunti luminoso il giorno (1 Pt 1, 19)».

Il sindaco Roberto Dipiazza offre l’omaggio dell’amministrazione e della città alla famiglia e alla Chiesa. Il sindaco definisce Ravignani «pastore del dialogo, lungimirante e sensibile uomo di fede, pace e carità, che ha saputo operare e vivere per il bene della nostra comunità e del prossimo. È stato un caro amico che ha amato la città e la sua Chiesa con una intelligente e profonda umanità».

Un ricordo affettuoso viene da Mario Ravalico, direttore della Caritas diocesana ai tempi di Ravignani: «Ci siamo conosciuti da giovani, anche se aveva nove anni più di me, nell’Azione cattolica. Da allora il rapporto rimase sempre. Era una persona di grande sensibilità, in particolare verso chi aveva bisogno. Capitava molto spesso che soccorresse persone in stato di necessità dando di tasca sua». Ricorda ancora Ravalico: «Aveva grande fiducia nei laici, pur non facendo mai venir meno il suo ruolo direttivo di vescovo. Tutte le strutture di accoglienza son state fatte per sua volontà. Quando celebrò il 25esimo anniversario del suo episcopato non volle regali, ma donazioni per l’allora costruendo centro diurno in via dell’Istria».

Il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, esprime il cordoglio dell’istituzione: «Ravignani va ricordato per il suo impegno religioso, l’equilibrio e la grande umanità con cui ha guidato la Diocesi triestina. Aperto all’ecumenismo e al dialogo interreligioso con le comunità cristiane, evangeliche, ortodosse e con la comunità israelitica». La senatrice Tatjana Rojc dice: «Ha saputo e voluto accogliere e conoscere la cultura slovena, essendo pastore di tutta la comunità tergestina dei fedeli».

Il presidente dell’Anvgd Renzo Codarin scrive: «Il profondo legame instauratosi fra il polesano Ravignani e Trieste è stato una delle tante dimostrazioni dell’indissolubile rapporto fra il capoluogo giuliano ed il suo naturale entroterra istriano». La capogruppo dem Fabiana Martini, già direttrice di Vita Nuova ai tempi di Ravignani, lo ricorda così: «Delicatezza è forse a mio avviso la parola che più racconta lo stile con cui il vescovo Eugenio ha interpretato il suo ministero pastorale sia nelle relazioni interpersonali sia nel rapporto con la città». 

 

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