Creditori Hypo Group Alpe Adria, puntata a poker

La proposta: incassare subito i due terzi di quanto investito. Oppure via alla procedura di fallimento (e il crac coinvolgerebbe il Land della Carinzia. Decisione entro l'11 marzo. Qualcuno spera nell'intervento in extremis del governo di Vienna
slovenija 09.02.11 hypo alpe adria, banka, poslvna stavba hypo, foto: nik rovan
slovenija 09.02.11 hypo alpe adria, banka, poslvna stavba hypo, foto: nik rovan

TRIESTE Per i creditori di Heta Asset Resolution (la bad bank derivata da Hypo Group Alpe Adria) e per il Land Carinzia si sta avvicinando l’ora della verità. La decisione spetta ai primi: hanno tempo fino all’11 marzo per accettare o meno l’offerta che hanno fatto loro il ministro delle Finanze austriaco, Hans Peter Schelling, e il governo carinziano, disponibili a soddisfare subito cash il 75% del valore nominale delle loro obbligazioni (vale a dire 8,25 miliardi, anziché 10,2).

Se almeno due terzi dei creditori non accetteranno la proposta, per il Land Carinzia, che a suo tempo si era fatto garante di quelle obbligazioni, si aprirà la procedura del fallimento. Il confronto tra le due parti assomiglia molto a una partita a poker. Alcuni creditori “importanti” (banche e società assicuratrici tedesche e austriache) hanno dichiarato di non volersi accontentare di due terzi e pretendono di riavere il 100 per cento di quanto hanno dato. Sanno che dalla Carinzia, indebitata fino al collo com’è, non potrebbero avere di più, ma confidano sul fatto che il governo di Vienna, che ora dice di non voler più scucire un euro, alla fine interverrebbe per salvare la Carinzia dalla bancarotta ed evitare così che l’affidabilità della piazza finanziaria austriaca possa essere messa in discussione dalle società di rating.

Hans Peter Schelling, ministro delle Finanze dell'Austria
Hans Peter Schelling, ministro delle Finanze dell'Austria

Ma puntare sull’intervento in extremis di Vienna è un azzardo e per questo abbiamo parlato di partita a poker. Chi può escludere, infatti, che il governo federale non lasci davvero fallire il suo Land più meridionale? Se ciò accadesse, i creditori che oggi sono così esigenti dovrebbero accontentarsi di ben meno di quel 75% loro offerto e non subito, bensì al termine di un contezioso giudiziario che potrebbe trascinarsi per una decina d’anni. Insomma, l’attesa dell’11 marzo è piena di suspense. Ai fattori che la determinano – e che abbiamo appena descritto – se ne aggiunge all’ultimo minuto uno nuovo, che non modifica di una virgola l’offerta fatta ai creditori, ma che dovrebbe indurre a un ripensamento quelli più riottosi.

L’iniziativa è del ministro delle Finanze austriaco, Hans Peter Schelling. Dice Schelling ai creditori: accettate l’offerta di 8,25 miliardi (il 75%) per le vostre obbligazioni e chiudiamo così una volta per tutti la vicenda Hypo Bank. Se lo fate, il governo vi offre l’opportunità di acquistare titoli di Stato per 10,2 miliardi, con scadenza tra 18 anni, pagandoli con gli 8,25 miliardi che avete appena incassato in contanti. Si tratta, a ben vedere, di una scommessa proposta dal ministro per convincere i creditori a chiudere la partita accontentandosi di 8,25 miliardi (il 75%), ma offrendo loro la possibilità di reinvestire quel capitale in titoli di Stato a lunga scadenza, che, fatti i debiti calcoli, darebbero un rendimento annuo dell’1,6%.

Conviene o non conviene? In questo momento conviene, eccome: i titoli pubblici a lunga scadenza, secondo il servizio di borsa di Bloomberg, rendono attualmente l’1,124%. Ma non è detto che gli interessi restino sempre così bassi. Nei 18 anni precedenti, per esempio, il tasso di interesse medio è stato del 3,44% e potrebbe tornare ad esserlo in futuro. Si tratta, come dicevamo, di una scommessa: se l’economia dovesse riprendersi e gli interessi dovessero salire, ne guadagnerebbe lo Stato austriaco; se invece la stagnazione dovesse perdurare e gli interessi restare bassi, ne guadagnerebbero i creditori.

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