Crac Park Hotel Dante, 5 anni a Del Prete

L’imprenditore è stato condannato per bancarotta fraudolenta nell’utilizzo di 1 milione e 176mila euro

Cinque anni di carcere. Li ha inflitti il Tribunale di Trieste presieduto dal giudice Giorgio Nicoli, ad Antonio Del Prete, l’imprenditore accusato di bancarotta fraudolenta e indebita percezione di contributi pubblici. In dettaglio un milione e 176 mila euro ottenuti dal Fondo di rotazione per le attività economiche ed usciti dalla casse dell’Unicredit. Con questi soldi l’imputato doveva acquistare e ristrutturare a Gorizia il Park Hotel Dante. L’operazione era poi naufragata. Il pm Giorgio Milillo aveva proposto sei anni di carcere. Ma la prescrizione per almeno uno dei reati contestati è imminente e altrettanto scontato è il ricorso in appello. Antonio Del Prete, secondo l'inchiesta affidata agli investigatori della Guardia di Finanza, sezione di Polizia giudiziaria della Procura, aveva messo a punto un gioco contabile che oltre alla fallita Med srl ha coinvolto anche la Dante srl. Ecco la storia. La Med srl era stata costituita dal commercialista Francesco Paticchio - scomparso nel 2004- per effettuare un intervento immobiliare a Gorizia. Del Prete aveva amplificato la sua posizione all'interno delle Med dopo la scomparsa di Paticchio che aveva elaborato la strategia per accedere ai fondi regionali del Frie. L'indagine ha evidenziato che per ottenere dal Frie un milione e 176 mila euro destinati all'acquisito dell'albergo, Antonio Del Prete ha utilizzato documenti che attestavano fatti non veri e ha omesso informazioni dovute. Secondo l’accusa l'imputato non avrebbe dovuto ottenere il finanziamento dal Frie perché di fatto controllava sia la Dante srl, candidata alla proprietà dell'albergo, sia la Med srl a cui erano stati affidati i lavori di ritrutturazione interna. In sintesi la Med srl emetteva la fatture per i lavori, effettuati solo in parte, e la Dante srl fingeva di pagare il dovuto dal momento che l'imputato era intestatario del 45 per cento della quote delle stessa società e le fatture quietanziate venivano messe all'incasso come previsto dal finanziamento del Frie.

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