Crac Fenice, migliaia di volumi in vendita a piccoli stock
«Fa una tristezza enorme vedere i libri mandati al macero. Dobbiamo impegnarci tutti a salvare più libri possibile. Non sarà facile, ma vedremo... Qualche libro lo prenderò di sicuro». Claudio Magris, appena rientrato a Trieste, non si sottrae al triste destino della libreria Fenice. Il “macero” è una brutta fine per un libro. Una condanna all’oblio. E lui come Hanta, il protagonista del romanzo “Una solitudine troppo rumorosa” di Bohumil Hrabal, vuole fare la sua parte per sottrarre qualche libro dalla pressa di carta. «Non voglio fare dichiarazioni vacue sul libro con la elle maiuscola. Mi interessano questi libri - aggiunge lo scrittore -. E mi dispiace tantissimo anche per l’amicizia che mi lega da sempre alla famiglia Zorzon».
Il valore del patrimonio librario dell’ex Fenice (80mila volumi) si aggira sui 700mila euro. Ma con 70mila euro (il 10% del valore) può essere rilevato in blocco. Qualche migliaia di copie sono nei locali della Galleria Fenice, ma maggior parte nel magazzino di via Caboto. In attesa dei salvadanai promessi del Comune («Saranno collocati la prossima settimana davanti al Municipio e in piazza Hortis» annuncia l’assessore Franco Miracco) al curatore fallimentare Giancarlo Crevatin sono arrivate una quarantina di email per acquisti dopo l’appello lanciato dalla pagina Facebook “I libri della Fenice non possono finire al macero”.
Il curatore ha fatto sapere che i libri sono acquistabili a blocchi di 50/100 euro al 10% del prezzo di copertina (e quindi con lo sconto incredibile del 90%). Basta mandargli una email all'indirizzo giancarlo.crevatin@valenti-napoli-crevatin.it e chiedere un appuntamento per visionare i libri. Cliccando QUI trovate l'elenco dei libri in catalogo.
«Tutto quello che riesco a piazzare senza traslocarlo va bene» dice Crevatin. Le offerte private sono arrivate a centinaia. Tanto che il curatore è stato costretto a riaprire la libreria in Galleria Fenice per piazzare svariati piccoli stock di libri. Difficile però immaginare che queste richieste (10, 20 libri al massimo) possano mettere in salvo l’enorme lascito fallimentare della Fenice. «Non ho molta voglia di parlare di questa vicenda» dice Franco Zorzon, il titolare della Fenice, costretto lo scorso aprile a portare i libri (quelli contabili) in tribunale.
Ma poi non riesce a trattenersi. La soluzione “perfetta” per i libri, fa capire, esiste da tempo. «C’ già, ma manca il luogo. Pare incredibile, ma a Trieste non si riesce a trovare uno spazio adeguato (300/400 metri quadrati). Ci sono le persone disponibili a comprare i libri dal fallimento e ad assumersi i costi dello sgombero». A lui la vendita a piccoli lotti non piace. «Non è una grande idea - aggiunge -. Si rischia di depauperare il patrimonio. Una brutta fine. Il grande problema di questo fallimento è che il valore è sproporzionato rispetto ai costi di sgombero e stoccaggio. C’è da buttare via una marea di roba. Ma chi lo può fare è solo la nostra famiglia. Solo noi sappiamo che cosa vale la pena salvare e cosa buttare. Nessun altro saprebbe dove mettere le mani». La soluzione accennata da Franco Zorzon prevede anche il coinvolgimento del padre Sergio che incarna un pezzo della storia libraria di Trieste. «Mio padre è distrutto da quello che sta succedendo. Ha dato molto a questa città. Ha stampato a sue spese più di 1500 titoli. Lui, che non è coinvolto nel fallimento, è disponibile a fare questa operazione con altre persone. A me piacerebbe molto vederlo di nuovo dentro un progetto a cui ha dedicato tutta la vita».
E il curatore? «È la proposta che ho auspicato fin dal primo giorno del fallimento - dice Crevatin -. Ma purtroppo non è mai arrivata sulla mia scrivania».
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