Crac Fenice, 35mila euro dalla vendita dei libri

La cifra comprende i cinquemila euro frutto dei cinquecentomila volumi giacenti in via Caboto che sono stati e ceduti in un unico blocco Quasi completato il trasloco dalla Galleria
Silvano Trieste 24/10/2013 Smantellamento della Libreria Fenice
Silvano Trieste 24/10/2013 Smantellamento della Libreria Fenice

Venduti per cinquemila euro. I 500mila libri giacenti nel magazzino di via Caboto, non inventariati, impacchettati e sistemati in scatoloni (accatastati nel corso degli anni, inclusi quelli arrivati lì dalla libreria di galleria Rossoni e dalla Joyce in stazione dopo le rispettive chiusure), altra consistente parte dei volumi del fallimento della libreria Fenice, sono stati comprati. Da chi? Il curatore fallimentare Giancarlo Crevatin non svela nome e cognome dell’acquirente, in ossequio all’impegno preso con lo stesso, limitandosi a dire come si tratti di «un libraio della regione, non triestino, che probabilmente rimetterà i libri in circolo in provincia. Effettuerà una selezione in loco, lui non è obbligato a far fruttare qualsiasi cespito...». Al contrario di chi, per incarico - sottintende -, deve invece almeno provarci. Non è da escludere però che il neo-possessore dei cinquecentomila volumi fatti propri a scatola chiusa (non era e non è possibile per nessuno accedere al capannone per motivi di sicurezza) e chiusi nelle scatole, si palesi prossimamente, svelando la sua identità.

I cinquemila euro incassati dal curatore si sommano ai 30mila frutto della vendita, chiusa da qualche giorno, dei libri esposti per settimane sugli scaffali delle due ormai ex librerie di Galleria Fenice e messi a disposizione degli interessati a prezzi stracciati. Il trasloco di quanto rimasto in quegli spazi è stato avviato lunedì scorso e si sta concludendo in questi giorni. «A fine mese consegno i locali alla proprietà - fa il punto Crevatin - , come da impegno assunto». Ora per il curatore rimane l’obiettivo di provare a vendere i libri delle edizioni Italo Svevo: migliaia di pubblicazioni su storie e temi locali, il cui valore ora si aggira in tutto attorno ai 35-40mila euro. Il 10% della somma totale dei prezzi di vendita originari dei singoli volumi moltiplicati per il numero di copie conservate in via Caboto. Anch’essi non sono consultabili perché sistemati nell’inaccessibile capannone: vengono venduti, comunque, «in un unico stock» chiarisce Crevatin. Il quale attende dunque una o più offerte. Oppure di capire se la colletta avviata dal Comune con i salvadanai posizionati davanti al municipio in piazza Unità e all’Emeroteca di piazza Hortis avrà un esito tale da far concludere all’amministrazione stessa l’acquisto, finalizzato poi a distribuire i libri in varie sedi (scuole, biblioteche e ricreatori) per un uso di pubblica lettura. Ieri Diana Cuderi, direttrice del Servizio Biblioteche civiche, ha confermato che i salvadanai rimarranno al loro posto sino al 31 ottobre.

Pochi, circa un migliaio, i libri che non sono andati venduti in Galleria Fenice e per i quali è stato di conseguenza disposto lo spostamento in via Caboto: «Testi degli anni Settanta e Ottanta, soprattutto per bambini», spiega il curatore. Ora pure questi volumi giacciono assieme ai pacchi contenenti quanto stampato dalla casa editrice Italo Svevo nello spazio di via Caboto. Il magazzino sarà sgomberato in primavera. Per essere infine, a sua volta, messo in vendita: il valore è stato stimato in 200mila euro.

La situazione debitoria della fallita libreria Fenice è stata intanto aggiornata dopo le ultime verifiche tecniche: il dato globale è salito da un milione di euro a un milione e 300mila.

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