Covid, variante inglese a Gradisca, più di 500 in isolamento: Riccardi: «Test dopo la quarantena»
GRADISCA «Siamo del tutto consapevoli del disagio vissuto dalle famiglie. Ma non possiamo che chiedere pazienza e senso di responsabilità sino a che non avremo chiarezza su eventuali conseguenze della riscontrata presenza della variante inglese». Il vicepresidente regionale e assessore alla Salute Riccardo Riccardi commenta così il “caso-Gradisca”, con l’avvenuta chiusura dell’intero istituto comprensivo “della Torre” decisa venerdì scorso dal Dipartimento di Prevenzione di Asugi.
Mentre non si fermano le reazioni e i disagi dei genitori dei 500 bambini costretti alla quarantena, molti dei quali contestano un provvedimento che continuano a definire «indiscriminato» e «sproporzionato», Riccardi invita «ad evitare allarmismi» e «ad avere fiducia nei medici». È il momento della caccia all’eventuale, temuta proliferazione a Gradisca della variante inglese legata al focolaio dell’azienda monfalconese Sbe, riscontrata in almeno un caso di collegamento rispetto ai bimbi della Fortezza.
«Mi sono confrontato a lungo anche con il sindaco di Gradisca – prosegue Riccardi –. Il provvedimento, doloroso, preso dai sanitari è basato su dati scientifici e volto alla massima precauzione. La presenza di variante inglese è assodata, ora si tratta di escludere che abbia avuto delle conseguenze sul resto della popolazione, scolastica e non. Per fare questo ci sono due fronti, l’analisi delle sequenze genetiche e i tamponi che verranno svolti al termine del periodo di quarantena. Altre strade non ci sono». Intanto sono attesi a breve i risultati dello screening svolto nel frattempo sul personale della scuola: dirigenza scolastica, addetti alla segreteria, personale Ata e corpo docente, per un totale di circa 80 persone.
Secondo indiscrezioni, il personale di segreteria ed Ata delle scuole medie è risultato negativo al coronavirus. Altra buona notizia, una delle due insegnanti ospedalizzate ha fatto rientro a casa. Nel frattempo Asugi ieri ha anche spiegato come mai le singole disposizioni pervenute in queste ore alle 500 famiglie riportino sia la dicitura “quarantena” che “isolamento”, generando ulteriore confusione. «Rivolgendosi sia a persone attualmente negative che a contagiati, si è deciso di utilizzare una dicitura più ampia» la spiegazione.
Di certo i genitori, e non solo loro, lamentano la mancanza di una comunicazione chiara sul provvedimento. È il caso di un nonno, che afferma: «Se escludiamo i 15 casi di contagio su 500 bambini, il 3% del totale – è la riflessione – gli unici dati ufficialmente forniti ai genitori non sembrano essere sufficienti a motivare la chiusura delle scuole. Se ve ne sono altri, li comunichino: nulla viene spiegato sul legame con il focolaio monfalconese e la sua eventuale gravità».
Sempre ieri, intanto, la scuola ha pubblicato sul suo sito le risposte di Asugi alle prime Faq, le domande dei genitori sulla quarantena. Emergono anche due casi: quello di un genitore respinto dall’ospedale, dove si stava recando per una visita, perché, avendo la figlia in quarantena, è stato considerato egli stesso in quarantena. E quello di una bimba con la gamba fratturata che non può affrontare le terapie per la medesima ragione. Nel primo caso Asugi assicura che «il documento in arrivo in queste ore esplicita che i provvedimenti di quarantena sono relativi ai soli alunni»; nel secondo, si specifica che in caso di necessità di esami diagnostici o prestazioni specialistiche è possibile richiedere all’Azienda sanitaria la deroga alla quarantena. Annunciata anche la completa sanificazione delle scuole non appena il personale sarà nuovamente operativo. —
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