Covid, in regione oltre 27 mila famiglie pronte a chiedere bonus baby sitter e congedi parentali

Tante avevano presentato domanda all’inizio della pandemia. E l’Inps si aspetta adesso un’ondata di proporzioni identiche

TRIESTE Scuole chiuse e famiglie nel delirio. Da domani la zona rossa metterà fine alla didattica in presenza dall’asilo nido all’università e i genitori dovranno districarsi tra lavoro fuori casa, smart working e gestione dei figli piccoli. Per l’Inps si preannuncia una nuova ondata di richieste di congedi Covid, che il governo ha riattivato assieme al bonus babysitter. Strumenti-salvagente cui in Friuli Venezia Giulia hanno fatto ricorso nel 2020 più di 27 mila persone, che hanno inoltrato all’istituto di previdenza 30 mila domande di congedo straordinario e oltre 24 mila di contributo per babysitter e centri estivi.

Si tratta di misure inevitabili per chi si trova a dover tenere a casa il figlio quattrenne dopo la serrata della materna, seguire nella didattica a distanza i ragazzi alle medie o dover gestire la prole magari finita in quarantena. Il congedo Covid prevede una retribuzione dimezzata per chi ha figli fino a 14 anni e potrà essere chiesto solo da chi non può lavorare da casa. Dai 14 ai 16 anni il permesso non viene retribuito.

Congedi Covid e bonus baby sitter sono stati attivati il 5 marzo dell’anno scorso, in risposta al primo lockdown. Nel 2020 hanno beneficiato del congedo 8.457 corregionali: il 14% in più del 2019. L’aumento è ridotto rispetto all’emergenza, ma i numeri non ingannino, perché nel computo manca chi si è limitato a chiedere il congedo standard (che è pagato al 30% ma consente di accedere al bonus babysitting alternativo) e perché il dato si riferisce ai destinatari della misura, che sono sempre quelli e cioè le donne: il 78% del totale.

Il boom si apprezza esaminando il numero di domande dell’anno scorso: ben 30.117 in regione quelle di congedo, suddivise fra 9.139 a Trieste, 3.428 a Gorizia, 11.692 a Udine e 5.858 a Pordenone. Si tratta di una media di 3,5 pratiche per singolo beneficiario: il prolungarsi della pandemia, le quarantene e le oscillazioni cromatiche hanno costretto le famiglie a doversi ingegnare più volte per tenere i figli a casa nel corso dell’anno. Una bella botta anche sul piano delle entrate familiari, visto che l’Inps calcola che in media ogni domanda ha coperto 17 giorni di congedo: moltiplicati per 3,5 fanno 60 giorni lavorativi. Tre mesi a casa con paga dimezzata sono peraltro un “privilegio” di chi sta nei ranghi del lavoro dipendente, perché i congedi per autonomi e precari sono stati l’anno scorso solo 800 su 30 mila.

Se i permessi straordinari sono stati richiesti da oltre ottomila persone in Fvg, il bonus baby sitter ha interessato quasi 19 mila beneficiari con erogazioni pari a 16,5 milioni di euro su un totale di oltre 24 mila domande accolte dall’Inps. La misura è incompatibile con i congedi ed è la più richiesta dagli autonomi e da chi, a cominciare dai dipendenti pubblici, può lavorare in smartworking, arrangiandosi fra una riunione online e i compiti da controllare. Il bonus è pensato per autonomi e chi il telalavoro se lo sogna, come sanitari e forze dell’ordine, ma il contributo settimanale di 100 euro (fino a un tetto complessivo di 2 mila euro per le categorie essenziali) non copre i costi per chi lavora fuori casa un’intera giornata. Ciò potrebbe avere ricadute importanti sulla tenuta dei servizi essenziali.

A lanciare l’allarme è Rossana Giacaz, responsabile Cgil per la sanità: «I congedi pesano sulle donne, che vivono un aggravio enorme con la chiusura delle scuole, visto che con il Covid i bambini vanno tenuti lontani dai nonni. Ho visto donne disperate all’idea di dover tenere insieme tutto. Non si può sottovalutare la quantità di ore lavoro che mancherà e il nodo sanità, dove siamo preoccupatissimi per lo stop alle scuole». Giacaz riconosce «l’importanza dei congedi al 50%, ma la Regione dovrebbe mettere l’altro 50%, per non penalizzare le donne».

Per l’assessore al Lavoro Alessia Rosolen «i dati evidenzano il punto di tutta l’epidemia: ci sono lavoratori tutelati e altri che non lo sono. Non dimentichiamo poi che nel privato non è così automatico potersi mettere liberamente in congedo e questo pesa sulle donne. Bene il segnale dato dal governo sulla retroattività dei congedi, dopo oltre due mesi lasciati scoperti con una dimenticanza non scusabile». Rosolen nota che «nel 2020 abbiamo avuto le scuole chiuse per tre mesi e mezzo: quest’anno si spera che quelle dei più piccoli restino chiuse un mese al massimo. La Regione è comunque pronta a intervenire di nuovo se l’emergenza si protrarrà, incrementando con risorse proprie il bonus per babysitter e centri estivi».

Il direttore dell’Inps Fvg Paolo Sardi spiega che «la pandemia ha fatto aumentare radicalmente le prestazioni che eroghiamo. Abbiamo potenziato gli uffici che si occupano dei congedi per rispondere alle domande, che proporzionalmente sono più alte a Trieste, a causa della struttura sociale della città. Rassicuro sui tempi: il congedo Covid è pagato in anticipo dall’azienda e rimborsato a conguaglio dall’Inps, il che permette massima puntualità». —




 

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