Covid, è record di contagi in Slovenia: in arrivo nuove misure ai confini

LUBIANA La situazione in Slovenia si sta aggravando. Nelle ultime 24 ore, infatti, i nuovi contagi da Covid-19 sono stati 108, il record per il Paese da quando è esplosa la pandemia. E Lubiana cerca di tenere duro, di mettere incampo tutte le forze disponibilie soprattutto l’esperienza acquisita nella primafase dell’epidemia. «I casi sono distribuiti uniformemente in tutto il Paese, si stanno ancora diffondendo nelle scuole, vi è la conferma di un nuovo focolaio a Kamnik e stiamo anche notando la crescita del numero di persone infette nelle proprie abitazioni», ha detto a Tv Slovenija il portavoce del governo Jelko Kacin. Finora in Slovenia sono stati eseguiti 178.247 tamponi di cui 3.498 risultati positivi. «Un tale numero è un enorme fardello per il servizio epidemiologico, quindi per la maggior parte dei casi delle ultime ore, le indagini epidemiologiche sono ancora in corso. L’Istituto nazionale della sanità pubblica (Nijz) ha già adottato una serie di misure con la iorganizzazione del personale».
Dunque è allarme rosso. «Stiamo monitorando attentamente la situazione nelle case di riposo, nelle case di cura e nelle scuole - ha affermato Kacin - il sistema scolastico funziona e continuerà a funzionare mentre il governo sta anche monitorando attentamente gli sviluppi nei Paesi confinanti e altrove all'estero, dove le cose non sono rosee. Se necessario, prenderemo misure aggiuntive o nuove in questo settore», ha precisato.
Secondo Kacin, non stanno pensando a misure radicali, come la chiusura delle scuole, e la limitazione del movimento nei comuni. «Se volessimo introdurre misure radicali, dovremmo dichiarare lo status di epidemia e diventare così l'unico Paese in Europa a farlo oggi. Per ora non è necessario». Egli ha anche assicurato che la restrizione alla circolazione non sarà su base comunale, facendo intendere che se tale provvedimento dovesse rendersi necessario ci sarebbe il tanto temuto secondo lockdown. Il capo del Centro per le malattie infettive del Nijz, Mario Fafangel, ha sottolineato che il numero di casi è in aumento in tutta Europa. Il bilancio delle vittime nel mondo si avvicina al milione. Cosa c'è di diverso ora rispetto a marzo e aprile? «Tutto era chiuso allora, ma ora stiamo cercando di trovare un nuovo modo per lasciare la società aperta con altre misure e continuare a ballare con il virus», ha detto, aggiungendo che non è ancora chiaro chi stia guidando questa danza, «ma col tempo con ogni probabilità lo faremo». Le infezioni si verificano ancora più spesso tra i giovani, nel gruppo dei 25-44 anni, ha detto Fafangel, aggiungendo che l’espansione del virus è diffusa, ma la piramide dell'età si sta spostando verso l'alto. Le infezioni entrano nelle case di cura. Spunta poi il caso Maribor. Il capoluogo stiriano a maggio poteva vantarsi di essere una città senza contagio, ma ora, siritrova a essere in piena zona rossa. Secondo gli ultimi dati del direttore del centro sanitario locale, Jernej Završnik, l'incidenza da due settimane è già di 41 casi ogni 100.000 abitanti.
Per quel che riguardail resto dei Balcani da notare nuovi record di infezioni giornaliere anche in Ungheria con 718 nuovi contagi nelle ultime 24 ore mentre sono 1.382 nella Repubblica Ceca e 192 in Croazia. Il premier magiaro Viktor Orban ha avvertito che la seconda ondata di epidemia deve essere affrontata in modo diverso dalla prima. «Non vogliamo che tutti rimangano a casa e che il Paese si fermi, i servizi di base devono funzionare - ha sostenuto - non possiamo permetterci che il virus paralizzi di nuovo l'intero Paese». Ha aggiunto che il Gruppo di Stati di Višegrad, che comprende Slovacchia, Polonia e Repubblica Ceca oltre all'Ungheria, sta concordando misure coordinate per limitare la pandemia.
Anche il governo di Praga ha adottato nuove misure, come l'obbligo di indossare mascherine in tutti gli spazi chiusi, ma l'economia sta funzionando normalmente. —
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