Covid-19 a Gorizia, Neurologia off-limits. Trovati otto positivi a Villa San Giusto

Ammalati due pazienti, uno portato da Monfalcone. Il reparto è stato messo in sicurezza. Nella casa di riposo privata i contagiati sono dipendenti asintomatici
Il pretriage di Gorizia
Il pretriage di Gorizia

GORIZIA Due casi di positività all’interno dell’ospedale civile di Gorizia; e reparto di Neurologia off-limits per chiunque. Per la prima volta dallo scoppio della pandemia da coronavirus ieri il San Giovanni di Dio ha dovuto applicare al proprio interno i protocolli d’emergenza anticontagio.

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Personale sanitarrio al lavoro nel reparto di terapia subintensiva Covid-19 dll’ospedale di Cremona durante l’emergenza epidemia coronavirus Covid-19, Cremona 23 Aprile 2020. Ansa/Matteo Corner


Appena è stata confermata la positività di due pazienti neurologici è scattata la procedura di contenimento. Gli infettati sono stati trasferiti uno - il più grave - nel reparto Covid19 dello stesso ex Fatebenefratelli, l’altro - quello con sintomatologia più leggera - a Trieste. Parallelamente il personale e gli altri pazienti del reparto sono stati sottoposti a tampone e gli ambienti sono stati sigillati e sanificati. La notizia si è diffusa solo nel tardo pomeriggio, ma è comunque confermata nei suoi elementi principali.

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Uno dei due pazienti, prima di risultare positivo era stato ricoverato in rianimazione a Monfalcone e la sua positività è stata acclarata solo dopo il lavaggio bronchiale: i due precedenti tamponi a cui era stato sottoposto erano risultati negativi. In assenza di dichiarazioni ufficiali, una fonte confidenziale interna all’ospedale osserva in merito: «Ciò significa che non è possibile abbassare la guardia». E non è un caso che in ospedale qualsiasi paziente viene trattato dal personale sanitario come se fosse Covidpositivo.

Statisticamente era prevedibile che prima o poi un caso venisse registrato anche all’ospedale di Gorizia. Ora la cosa fondamentale è bloccare la catena del contagio.

Intanto l’attività di prevenzione con i tamponi a tappeto nelle strutture sanitarie sta portando i frutti sperati anche sul fronte delle case di riposo e degli altri centri di assistenza. Dopo i cinque casi emersi a Medea e i tre emersi a Monfalcone, altre otto persone asintomatiche sono state identificate e messe in quarantena. Questa volta si tratta di due infermieri, cinque operatori socio-sanitari e un operaio, tutti impiegati alla casa di riposo Villa San Giusto di Gorizia.

Se da un lato la campagna di contenimento della diffusione del coronavirus avviata su tutto il territorio dall’Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina porta a un incremento dei numeri nella colonna dei positivi, dall’altra questo bombardamento di test sta permettendo (e permetterà) di spegnere sul nascere eventuali focolai. Il rischio zero, come è stato più volte sottolineato, non esiste, ma si può comunque cercare di ridurre al massimo l’incidenza del contagio. Non a caso sul cancello di Villa San Giusto un avviso e una comunicazione urgente evidenziano l’uno che l’accesso agli uffici amministrativi è possibile solo su appuntamento telefonico, l’altra che le visite di parenti e amici sono state sospese come previsto dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri. «Fare i tamponi e trovare dei positivi asintomatici non significa accusare qualcuno», facevano sapere ieri, a scanso di equivoci, dall’Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina prima che scattasse l’emergenza al San Giovanni di Dio. L’obiettivo non è appunto quello di puntare il dito contro qualcuno o scatenare il panico tra gli ospiti delle strutture o tra la popolazione. Al contrario, l’obiettivo è esattamente quello opposto: circoscrivere il fuoco prima che l’incendio possa esplodere per poi espandersi in maniera incontrollata. E infatti, dopo i test eseguiti sugli operatori di strutture socio-sanitarie come Villa San Giusto a Gorizia o come l’Istituto Santa Maria della Pace a Medea e la Casa albergo di via Crociera a Monfalcone, l’Asugi è passata a valutare la situazione dei ricoverati. «Tra un paio di giorni conosceremo l’esito dei tamponi. Sarà un passaggio cruciale», si limita a dire Marco Mariano, direttore di Villa San Giusto.

Intanto, in attesa di conoscere l’esito degli ultimi due test condotti sui lavoratori della casa di riposo “Angelo Culot” di Lucinico, per il resto del personale in forza alla struttura gestita dal Comune risultano zero positivi. Sulla questione della “pesca a strascico degli asintomatici” l’assessore comunale al Welfare Silvana Romano ha le idee chiare: «Per la nostra provincia - dice - il numero di test condotti è esorbitante, ma trovare e controllare gli asintomatici è il modo migliore per debellare questo virus. Siamo sulla buona strada. Sui grandi numeri di questi giorni è statisticamente normale trovare dei casi positivi».

Come tutti, anche l’esponente della giunta Ziberna attende ancora di avere le risposte sui pazienti. Nel frattempo, sapere che tra i circa 150 tamponi effettuati sui lavoratori della “Culot” non ci sono positivi le permette già di tirare un primo sospiro di sollievo. «Dobbiamo tutti ringraziare gli sforzi che stanno compiendo nel settore Prevenzione dell’azienda sanitaria. Per cercare di stanare gli asintomatici, il personale ha lavorato senza sosta anche a Pasqua e a Pasquetta, oltre che al sabato e alla domenica».

L’episodio di Villa San Giusto ha colpito il sindaco. «Sono sincero - ha detto Ziberna in serata, prima di venire a conoscenza dei due contagi di Neurologia -, questo episodio mi sta facendo riflettere sull’evoluzione di questa emergenza e sulla necessità di imparare a conviverci, con questo virus finché non saremo in grado di affrontarlo come una normale influenza. È semplicemente una riflessione. In attesa di capire meglio come si evolverà la situazione teniamo duro. Mi raccomando. Abbattersi non serve a nulla e fa male ai nostri cari. Stiamo insieme». —

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