Costretto in casa chiede al prete di potersi confessare al telefono
Con la Settimana santa termina la Quaresima ma i fedeli rimangono confinati dalla quarantena Dalla messe on-line alle benedizioni funebri con pochi familiari, così il Covid-19 cambia la fede
Bumbaca Gorizia 22.03.2020 Lucinico, don Moris Tonso celebra rosario in solitaria © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
GORIZIA «Sarà una Settimana santa un po’ strana e vuota, sia per noi, sia per le famiglie», osserva don Fulvio Marcioni, decano della Diocesi di Gorizia. Le disposizioni del Governo atte a prevenire la diffusione del Covid-19, recepite dalla Conferenza episcopale italiana in una serie di documenti inviati nei giorni scorsi ai vescovi, non permetteranno quest’anno di celebrare nella maniera tradizionale i riti della Pasqua e, anzi, a Gorizia l’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli ha invitato i parroci ad essere quanto più prudenti, cioè a celebrare da soli dove possibile.
Mai come in questo momento, la fede diventa un fatto così personale e domestico. Quell’essere in comunione con gli altri è relegato al solo lato spirituale o, al limite, è mediato dalla televisione o dai vari social-network. Oggi, Domenica delle Palme, non si terrà la benedizione degli ulivi (che non saranno disponibili in nessuna chiesa), ma alle 18.30 monsignor Redaelli celebrerà in diretta streaming una messa dal duomo che potrà essere seguita sulla pagina Facebook dell’arcidiocesi o sul canale YouTube “Chiesadigorizia”.
«Il rapporto con il sacro viene attivato attraverso i media», osserva monsignor Ruggero Dipiazza che due volte alla settimana presenta la Via Crucis della chiesa di San Rocco raccontandola sulla pagina Facebook del Centro tradizioni del Borgo. L’iniziativa promossa da Vanni Feresin permette di raggiungere una platea trasversale, ma riguardo al fatto che al momento la preghiera non avviene dal vivo don Ruggero nota: «In questa maniera il modo di pregare diventa abbastanza standardizzato: c’è poco spazio per la riflessione più ampia. Ci troviamo di fronte ad una religiosità un po’ più povera».
«Siamo tutti disorientati perché, quanto a partecipazione, la Domenica delle Palme è la seconda celebrazione dopo la messa di mezzanotte a Natale», ricorda don Fulvio aggiungendo poi: «Le persone ci tengono perché c’è la benedizione dell’ulivo. È un vuoto nella liturgia romana cattolica e non soltanto per noi sacerdoti, per tutti i fedeli».
La quarantena non ha avuto effetti soltanto sui riti della quaresima, ha inciso anche sugli altri aspetti della vita religiosa, anche quelli quotidiani. C’è chi, non potendo andare in chiesa, per esempio, ha chiesto di potersi confessare al telefono, ma non è previsto che il sacramento possa essere impartito a distanza.
Poi c’è la pagina forse più triste, quella dei funerali. Per evitare assembramenti e potenziali contagi, è consentita solo una benedizione nella cappella mortuaria e a partecipare sono soltanto i familiari più prossimi al defunto. «Ci sono persone che durante la vita hanno stretto numerosi legami o che per la loro generosità molti vorrebbero salutarle un’ultima volta, ma non si può fare - racconta ancora don Fulvio, citando una recente benedizione che lo ha toccato particolarmente -. Essere soli nella camera ardente, con le mascherine, celebrando in maniera frettolosa, è davvero brutto per tutti. Non permette di elaborare pienamente il lutto a persone deboli e sensibili».
Per quanto riguarda invece la catechesi, don Nicola Ban ha chiesto ai suoi catechisti di sentire le famiglie almeno una volta alla settimana e lui stesso ha inviato periodicamente un video nel quale propone un piccolo compito da svolgere tutti quanti insieme. «Abbiamo cercato di dare continuità alle proposte formative - evidenzia don Nicola -, ma tutti stanno cercando di cogliere l’occasione per una maggiore riflessione e interiorità. Le persone mi sembra si stiano adeguando al contesto. Ora però il problema sarà come vivere la settimana santa, un momento di grande incontro che dobbiamo reinventare». Nel Giovedì Santo, ovviamente è sospeso il rito della lavanda dei piedi. Venerdì l’arcivescovo celebrerà in cattedrale alle 15 e sabato tornerà in duomo per presiedere la Veglia Pasquale alle 21.30. Tutte le campane della diocesi annunceranno insieme la Resurrezione alle 22.15. La domenica di Pasqua la liturgia in cattedrale presieduta dal vescovo avrà inizio alle 18.30. Tutte le messe, saranno rigorosamente a porte chiuse, ma aperte al mondo grazie al web. —
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